Camorra, l’applauso per l’abbattimento del covo di Zagaria dove finì la fuga del boss. Esulta Meloni: «Lo Stato c’è» – I video

La casa che ospitava il bunker del superlatitante Michele Zagaria, arrestato nel 2011, farà spazio a un parco pubblico

È stato abbattuto oggi il covo-bunker a Casapesenna, in provincia di Caserta, dove il 7 dicembre 2011 fu catturato il boss dei Casalesi Michele Zagaria, al termine di una latitanza lunga 15 anni. Al momento dell’abbattimento erano presenti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente di regione Vincenzo De Luca e tanti rappresentanti delle istituzioni. «L’abbattimento del covo-bunker a Casapesenna conferma la presenza dello Stato in un territorio complesso e che merita la massima attenzione delle istituzioni», ha commentato con una nota la premier Giorgia Meloni. A guardarlo dall’esterno, l’abitazione in via Mascagni sembra un edificio come tutti gli altri: un portone in legno con accesso a una villetta, senza gli altissimi muri di protezione tipiche dei boss dei Casalesi. Eppure, al suo interno c’era un «bunker di ultima generazione», dove si è nascosto per 15 anni il latitante più ricercato della camorra casertana, Michele Zagaria. «L’operazione di oggi è estremamente importante e simbolica perché cancella il luogo attraverso il quale il capo dei Casalesi dominava quella terra. È una bella giornata per lo Stato e per chi ama e difende la legalità», ha aggiunto Meloni. Dopo che le ruspe sono entrate in azione, del covo di Zagaria è rimasto ben poco. Al suo posto, ci sarà un parco pubblico.


L’arresto di Zagaria

Gli investigatori dell’antimafia avevano cercato per anni la residenza del boss dei Casalesi. Una volta individuato, poi, furono più volte vicini alla cattura, poi sfumata. Fino al 7 dicembre 2011, quando riuscirono a sfondare diversi muri e a sentire la voce del boss dall’interno del bunker: «Basta, non sfondate. Sono qui, mi arrendo», disse Zagaria prima di essere arrestato. Al termine dell’operazione, gli agenti scoprirono una serie di passaggi segreti che collegavano il bunker sotterraneo con alcune stanze della casa al piano superiore. Fu trovato poi anche un impianto di videosorveglianza, che monitorava ogni spostamento nei pressi dell’abitazione. Prima e dopo la cattura di Zagaria furono scoperti altri covi, non lontani da quello di via Mascagni, dove il boss avrebbe trascorso altri periodi della sua latitanza.


Video in copertina: AGENZIA VISTA / ALEXANDER JAKHNAGIEV

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