Ecco come i no vax cercano di trasformare la realtà dei vaccini in complotti

Secondo gli antivaccinisti, alcune situazioni sarebbero passate dall’essere viste come complotti a verificarsi realmente, ma non è proprio così

Le persone vaccinate possono comunque prendere il Covid; ad alcuni è stato somministrata una terza dose e a volte anche una quarta, e a prendere il vaccino sono stati anche i bambini. In certi casi, poi, i non vaccinati non hanno potuto lavorare. Molte delle affermazioni che circolano sui social di cui Open fact checking si occupa oggi sono vere e nessuno ha mai negato che lo fossero. Tuttavia, secondo alcuni utenti sui social network queste teorie sarebbero state prima bollate come complottiste e poi riammesse dalla comunità scientifica e dalla società al momento del bisogno quando alcuni dei fatti paventati si sarebbero verificati veramente. In realtà, spesso nessun bollino di complottismo era stato applicato alle affermazioni. Anzi, molte delle situazioni descritte erano già previste e discusse all’inizio delle vaccinazioni. Vediamo tutto nel dettaglio.

Per chi ha fretta:

  • Nella maggior parte dei casi le affermazioni non erano complotti.
  • Quelle che sono state veramente bollate così non descrivono fatti realmente verificatisi.

Analisi

Di seguito vediamo uno screenshot di uno dei post su Facebook che sostengono la bufala. La descrizione è vuota, ma nell’immagine si legge:

«E così quelle che erano definite teorie complottiste si sono dimostrate verità. I vaccinati possono diffondere il Covid. I vaccinati sono esposti alle varianti e al ricontagio. 3 e 4 dose. Nuove dosi ogni anno. Vaccino per i bambini. Segregazione sociale. campi per i no vax. Niente lavoro per i no vax. Accesso alle cure più difficile per i no vax. Contratti segreti per tra governi e Pfizer».

Vediamo una a una le affermazioni e vediamo qual era la posizione della comunità scientifica e delle amministrazioni e – in caso – com’è cambiata.

I vaccinati possono diffondere il Covid

Le vaccinazione della popolazione generale contro il Covid, in Italia, è partita nei primi giorni del 2021. Già allora ci si interrogava sulla questione. E le risposte anticipavano quanto ora è noto: i vaccini non bloccano la trasmissione del virus, quantomeno non del tutto, ma solo lo sviluppo delle forme gravi della malattia. Questo articolo di Wired del dicembre 2020 prova a rispondere proprio a questo quesito. «Al momento, è impossibile poter dire con certezza se i vaccini contro Covid diano immunità sterile o meno», si legge nell’articolo, che prosegue: «dei macachi vaccinati con il preparato di AstraZeneca erano protetti dalla polmonite indotta da infezione da Sars-Cov-2, ma avevano ancora un’alta carica virale nelle vie aeree superiori, il che potrebbe significare che erano ancora in grado di diffondere il virus, anche senza ammalarsi». Diversi sono i media che ne hanno parlato, come possiamo vedere in un articolo di Focus del febbraio 2021 dove si legge che, «anche se i vaccini non sembrano bloccare del tutto la circolazione del SARS-CoV-2, la riducono notevolmente» nel corso del loro periodo di efficacia.

I vaccinati sono esposti alle varianti e al ricontagio

Anche in questo caso non c’è stato un cambio di rotta nelle opinioni della comunità scientifica. Nel febbraio del 2021 ci si domandava se i vaccini fossero efficaci contro le varianti che circolavano allora, come l’inglese, la sudafricana e la brasiliana. Lo erano, ma non è stato mai escluso che potesse essere necessario un adattamento per coprire le varianti che avrebbero potuto emergere e sono infine emerse. I vaccini, si legge in questo articolo di Humanitas del febbraio 2021 «possono essere adattati dalle aziende produttrici al fine di renderli efficaci contro le nuove varianti. Gli stessi produttori stanno inoltre studiando eventuali richiami vaccinali per migliorare la protezione contro le varianti future». Inoltre, fin dalle prime settimane di inoculazione, era chiaro che la protezione offerta dai vaccini non sarebbe stata infinita, ma di durata limitata. Tra nove e 12 mesi si legge in questo articolo di Quotidiano Sanità del dicembre 2020. Proprio per questo già a cavallo tra il primo e il secondo anno di pandemia si accennava alla possibilità di inoculare altre dosi oltre alla seconda. Chiaramente, la durata limitata della protezione comporta la necessità di più dosi, che possono arrivare anche a intervalli regolari, come avviene per l’influenza.

I vaccini per i bambini?

Il post tratta la questione della vaccinazione dei minorenni come se fosse una promessa non mantenuta. Come se la comunità scientifica avesse prima reso noto che i bambini non sarebbero stati vaccinati, salvo poi ritornare sui suoi passi. In realtà, però, le cose non sono andate così. Già all’inizio del 2021 erano in corso i test clinici per adattare il vaccino degli adulti al sistema immunitario e al fisico dei minori. La conferma si può trovare in questo articolo di febbraio 2021 di National Geographic. Già a gennaio dello stesso anno, la Repubblica smentiva che i bambini potessero essere esentati dalla vaccinazione.

Segregazione, discriminazione lavorativa e accesso alle cure più difficile per i novax?

Il post parla poi di «segregazione per i no vax» e di «niente lavoro per i no vax». Tuttavia, in Italia, gli antivaccinisti non sono mai stati segregati. Non è mai stato loro impedito di uscire di casa ma semplicemente di accedere ad alcuni luoghi o servizi per evitare che mettessero a repentaglio la Salute pubblica per un breve periodo, a meno che non fossero guariti dal Covid. La possibilità di accesso ai servizi veniva determinata grazie al cosiddetto Green Pass. Questo poteva essere “base” che si poteva ottenere con una dose di vaccinazione o un tampone, e quello rafforzato, che si otteneva con il completamento del ciclo vaccinale o la guarigione della malattia. Di fatto, quindi, la vaccinazione non è mai stata l’unica opzione disponibile. Nel periodo in cui il green pass era più determinante, la versione rafforzata era necessaria agli over 50 per recarsi sul luogo di lavoro. Inoltre, serviva per i mezzi pubblici, congressi e fiere, per partecipare ai matrimoni, per stare in albergo e anche per i ristoranti all’aperto, comprensori sciistici, piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto, centri culturali, centri sociali e ricreativi.

Di questo filone, l’unica affermazione veritiera è quella in cui si sostiene che nel periodo caldo della pandemia, accedere alle cure ospedaliere fosse più difficile per i non vaccinati. Ma nemmeno tanto, dato che era sufficiente un tampone negativo per ottenere il Green Pass.

Campi no vax e contratti segreti tra i governi e Pfizer

Non ci sono poi notizie riguardo questi fantomatici «campi no vax». Gli antivaccinisiti non sono mai stati ghettizzati nel nostro Paese. In passato si era diffusa una notizia falsa secondo la quale l’Italia stava lavorando a un campo di concentramento per i malati di Covid. Tutto era partito da un bando che appunto indiceva una gara per la creazione di campi container, ma la la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana (Consip) ha smentito che vi fossero correlazioni con il Covid. Infine, per quanto riguarda i contratti, i dettagli di questi non sono stati divulgati, ma solo inizialmente. Gli accordi di fornitura dei vaccini tra l’Ue e le case farmaceutiche, infatti, sono stati visionati da diverse testate giornalistiche che li hanno poi illustrati con dovizia di particolari.

Conclusioni

I novax cercano di intestarsi fatti relativi al Covid come se fossero dei complotti che si sarebbero poi verificati nella vita vera. In realtà molti dei fatti menzionati non sono mai stati bollati come complotti, e, quelli che hanno ricevuto questa etichetta non si sono poi realizzati.

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