No! In Ucraina non c’è stato un colpo di Stato nel 2014 orchestrato sotto regia USA o Nato per instaurare un «regime nazista»

A un anno dall’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia in Ucraina, prosegue la narrazione fuorviante sull’origine del conflitto

[L’articolo è stato aggiornato in data 1/03/2023*] L’invasione su vasta scala della Russia in Ucraina sta per compiere un anno. In vista del 24 febbraio 2023 iniziano a circolare contenuti che ripropongono la narrazione della propaganda del Cremlino, tra questi una clip di Jens Stoltenberg sulla NATO e l’Ucraina, ripreso anche in un video di Massimo Mazzucco, noto per le sue posizioni e credenze. Alcuni di questi contenuti riprendono i temi trattati da Vladimir Putin nel discorso tenuto da quest’ultimo davanti ai parlamentari dell’Assemblea Federale presso la sede del Gostiny Dvor a Mosca. Un intervento di propaganda basato su false notizie, come quello tenuto la sera prima dell’invasione in Ucraina citando l’inesistente genocidio nel Donbass. Vladimir Putin prosegue la narrazione del «regime neo nazista di Kiev» per giustificare quella che lui chiama (e obbliga i russi a chiamare) “Operazione speciale“, così come accusa Kiev di aver fatto cominciare il conflitto quando fu lui stesso ad ammettere l’invio delle armate russe in Crimea nel 2014.

La narrazione sul Donbass

Riprendiamo le parole del discorso di Vladimir Putin sul Donbass:

Dal 2014, il Donbass si batte per il diritto di vivere nella propria terra e di parlare la propria lingua madre. Ha combattuto e non si è mai arreso nonostante il blocco, i continui bombardamenti e l’odio palese del regime di Kiev. Sperava e aspettava che la Russia venisse in suo aiuto.

Nel frattempo, come ben sapete, stavamo facendo tutto ciò che era in nostro potere per risolvere questo problema con mezzi pacifici e abbiamo pazientemente condotto colloqui su una soluzione pacifica a questo devastante conflitto.

Putin sostiene che la Russia voleva una soluzione pacifica in Ucraina, non quella militare. Si ritiene certo che l’Ucraina fosse intenzionata a «punire il Donbass» e di attaccare la Crimea. Non vi sono prove che Kiev fosse intenzionata ad agire in tal senso prima del 24 febbraio 2022.

Citando un articolo di Limes del 2012, i contrasti con le aree russofone avvenivano solo sul piano politico:

Finora questi contrasti sono comunque sul piano politico, a differenza di situazioni paragonabili nel mondo ex sovietico talvolta degenerate in conflitti armati. Le opzioni secessioniste che erano emerse negli oblast’ orientali dopo la cosiddetta “rivoluzione arancione” non sembrano più attuali e probabilmente erano state utilizzate più come mezzo di pressione politica che come concreta prospettiva. È stato appunto sottolineato, a conferma di quanto sopra citato, come lo scontro anche allora fu non tanto tra nazionalisti e separatisti, quanto tra “diverse concezioni dello Stato e della nazione”.

Il Presidente dell’epoca era Viktor Janukovyč, nato in un villaggio dell’oblast Donetsk da padre di origine bielorussa e madre russa. Il suo era un governo che non veniva affatto considerato da Putin come un nemico, piuttosto come prezioso alleato. Furono le sue scelte a dare il via alle proteste di “Euromaidan” (“Europiazza”) iniziate nel 2013, dopo aver interrotto le trattative con l’Unione europea a favore di Mosca, dove scappò ponendo fine al suo mandato.

Dopo la caduta dell’alleato, Putin avviò la prima invasione nel territorio ucraino ottenendo l’annessione della Crimea. Nel 2015 fu lo stesso Presidente russo ad ammettere l’invasione militare dell’Ucraina, dando il via alle operazioni degli indipendentisti del Donbass che ricevettero da parte di Mosca finanziamenti, addestramento militare e fornitura di armi e merci. Questo è quanto emerso dalla sentenza del volo MH17, dimostrando che quello in Ucraina è un conflitto internazionale voluto da Putin e non una “guerra civile ucraina”.

Di fatto, le aree del Donbass erano libere e non c’era alcun conflitto prima dell’intervento militare russo del 2014. La lingua russa non era vietata, non c’erano attività discriminatorie da parte del Governo nei confronti dei russofoni.

La narrazione del «colpo di stato»

Secondo la narrazione filorussa, gli americani avrebbero organizzato il fantomatico «colpo di Stato» per mettere al Governo Petro Poroshenko (definito «nazista») al posto di Janukovyč. L’accusa di un «colpo di Stato» nel 2014 venne mossa dal fuggitivo Janukovyč e dal Cremlino, non risultano in tal senso una presa di posizione dall’ONU dove la Russia è membro dal 1945. Ciò che è accaduto nel 2014 non fu un colpo di Stato, ma una rivoluzione in quanto c’è stata una sollevazione popolare. Un azione civile che il governo Janukovyč tentò di reprimere con la forza, ottenendo come risultato ulteriori reazioni da parte dei cittadini ucraini.

L’Ucraina è un Paese democratico dove i cittadini hanno avuto modo di eleggere i propri governi, incluso quello di Poroshenko, con libere elezioni per le quali non risultano presentate contestazioni da parte della comunità internazionale, al contrario dei referendum di annessione della Crimea e delle successive zone ucraine occupate dalla Russia.

La narrazione del «regime neo nazista»

In Ucraina è vietata la propaganda nazista e comunista. Lo prevede una legge del 2015 «Sulla condanna dei regimi totalitari comunisti e nazionalsocialisti (nazisti) in Ucraina e sul divieto di propaganda dei loro simboli». Il governo di Volodymyr Zelensky è stato eletto nel 2019 con un risultato schiacciante a suo favore. I partiti di estrema destra ottennero appena 315 mila voti su circa 30 milioni di votanti, non facevano e non fanno parte della sua coalizione. Al contrario, sono proprio i gruppi neo nazisti a contestare Zelensky (anche per le sue origini ebraiche) e non solo a parole.

La narrazione dell’invasione «inaspettata»

Secondo Massimo Mazzucco, la narrazione dei media consisterebbe nel «raccontare a tutti che l’attacco di Putin è stato improvviso e ingiustificato». Poi prosegue: «Eravamo tutti li a raccogliere i fiorellini e di colpo è arrivato questo tiranno sanguinario che voleva ammazzarci tutti. “Oddio! Oddio! Dobbiamo difenderci”. Pensate, talmente ingiustificata è stata l’invasione dei russi che già due mesi prima, cioè nel dicembre 2021, l’Unione europea aveva già concordato nei minimo dettaglio con la Casa Bianca quali dovessero essere le sanzioni da applicare alla Russia». Secondo Mazzucco, l’Unione europea e gli americani avrebbero preparato le potenziali sanzioni «per una guerra che nessuno si aspettava».

Per lungo tempo circolava il timore che Putin decidesse di compiere l’attacco all’Ucraina, una minaccia che venne considerata «fake news americana» da Marco Travaglio in un editoriale de Il Fatto Quotidiano. Questo accadde il giorno prima dell’inizio dell’invasione del 24 febbraio 2022, ma se ne parlava da un anno di questa possibilità.

Su EuropaToday troviamo un articolo del 24 dicembre 2021 dal titolo «Perché l’Europa può fare poco o nulla se la Russia invade l’Ucraina». Il 23 novembre 2021, a Open riportavamo la presenza delle truppe russe al confine ucraino riprese dal satellite (Mosca negava un attacco). In un articolo dell’otto dicembre 2021, dal titolo «Russia e Ucraina: oltre al pericolo dell’invasione c’è di più» pubblicato su Difesaonline, dove si parlava del possibile intervento del Cremlino contro Kiev. Il 5 dicembre 2021 Open riportava dei soldati russi al confine mentre Mosca parlava di «Isteria dell’Occidente». Limes pubblicò il 14 aprile 2021 un articolo dal titolo «Perché la Russia potrebbe invadere l’Ucraina».

La NATO e l’Ucraina

L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato) è un’organizzazione internazionale a scopo difensivo. Il Patto Atlantico, che risale al 1949, venne firmato da quei Paesi che temevano una mira espansionistica dell’allora Unione Sovietica.

Le recenti dichiarazioni di Jens Stoltenberg e quelle di John Kirby, portavoce del Consiglio nazionale per la sicurezza Usa, vengono citate nel video di Mazzucco. Kirby, consigliere per la Sicurezza della Casa Bianca, spiega nell’intervista che se oggi l’Ucraina resiste all’invasione è grazie all’addestramento ottenuto da parte degli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e di altri alleati. Jens Stoltenberg afferma che dal 2014 gli alleati NATO hanno aiutato l’Ucraina con addestramento ed equipaggiamento e quindi l’esercito ucraino è molto più forte nel 2022 di quanto fosse nel 2014.

Secondo Mazzucco, Jens Stoltenberg avrebbe detto altro: «La guerra non è iniziata nel 2022, ha detto, ma è iniziata nel 2014 “quando noi abbiamo iniziato ad addestrare le truppe ucraine per combattere la Russia”». Non è affatto così. Le dichiarazioni di Stoltenberg e di Kirby non dimostrano che la guerra è iniziata nel 2014 per mano dell’Occidente. Ciò che i due affermano è che l’esercito ucraino è stato preparato per affrontare uno scontro come quello odierno, cioè di un secondo atto dell’invasione russa nel loro territorio dopo quella del 2014 avvenuta in Crimea.

Nel sito della NATO è presente una cronologia dei rapporti con l’Ucraina. Nel 1992, dopo la cessazione del Patto di Varsavia e a quattro mesi dall’indipendenza del Paese, l’Organizzazione invitò un rappresentante a una riunione straordinaria del Consiglio di cooperazione del Nord Atlantico, dove tutti i partecipanti all’incontro dichiararono la loro determinazione a lavorare per un duraturo periodo di pace in Europa.

Durante un vertice a Bruxelles nel 1994, la Nato avviò il programma “Partnership for Peace” (PfP) dove aderì anche l’Ucraina. Tutti gli aderenti si impegnarono ad «astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, rispettando i confini esistenti e risolvendo le controversie con mezzi pacifici», impegnandosi a «proteggere e promuovere le libertà fondamentali e i diritti umani e a salvaguardare la libertà, la giustizia e la pace attraverso la democrazia».

Negli anni successivi i rapporti tra Ucraina e Nato si sono svolte esercitazioni congiunte, missioni in Afghanistan e Kosovo e nelle operazioni antiterroristiche. Che la Nato sostenesse la difesa ucraina non è una novità. Ciò che raccontano Stoltenberg e Kirby riguarda la missione avviata a seguito dell’invasione della Russia del 2014, dove la Nato ha lavorato per l’addestramento e l’equipaggiamento delle truppe ucraine.

Sostenere, come insinua Mazzucco, che la Nato abbia «ammesso» di recente un aiuto nei confronti dell’Ucraina non risulta corretto, in quanto l’Organizzazione del Patto Atlantico coopera con Kiev fin dai primi anni della sua indipendenza. Per fare un esempio, queste informazioni sono reperibili in un articolo pubblicato da Treccani il 3 giugno 2022 con tutti i riferimenti pubblici reperibili online. Di fatto, come riportato in questi ultimi, l’Ucraina era già intenzionata da oltre un decennio ad entrare nell’Organizzazione del Patto Atlantico e ben prima della prima invasione del 2014. Un’adesione a scopo difensivo, non offensivo.

AGGIORNAMENTO 1 marzo 2023*

In un video, pubblicato il primo marzo 2023 su Youtube, Mazzucco contesta l’articolo in oggetto. Riportiamo le sue argomentazioni e le risposte in merito.

La rimozione dei contenuti

Riportiamo le parole di Mazzucco:

Il problema, caro Bechis, è la censura che voi praticate sistematicamente su Facebook travestita da Fact-checking. Sono sempre di più, infatti, gli utenti di Facebook che si lamentano perché ogni tanto gli vengono rimossi dei post dopo che Open è intervenuto e ha deciso, a suo insindacabile giudizio, che i contenuti sono da considerare falsi o infondati. Ora, finché uno pubblica una notizia palesemente falsa è giustissimo segnalarla, lo facciamo anche noi su Luogocomune, ogni volta che qualcuno pubblica una bufala viene immediatamente segnalato e se insiste viene pure cacciato dal sito. Il problema nasce quando voi vi approfittate del potere che Facebook vi ha dato per censurare o far sparire notizie assolutamente vere che però magari non piacciono ai vostri padroni. Oppure quando censurate delle opinioni fingendo di confonderle con i fatti solo perché a voi danno fastidio. A quel punto non sei più un giornalista indipendente che verifica i fatti, caro Bechis, diventi uno squallido censore al servizio del Potere.

Le rimozioni dei contenuti dalla piattaforma non hanno nulla a che fare con l’attività svolta da Open. Riportiamo quanto spiegato da Meta nella sezione «Il programma fact-checking indipendente di Meta» nel capitolo «Il nostro approccio al fact-checking»:

Ogni volta che un fact-checker valuta un contenuto come falso sulle nostre piattaforme, noi ne riduciamo la distribuzione per ridurre la visibilità e lo etichettiamo di conseguenza, per avvisare gli utenti che tentano di condividerlo. I fact-checker non rimuovono contenuti, account né Pagine dalle nostre app. Meta rimuove i contenuti che violano gli Standard della community, che prescindono dal nostro programma di fact-checking.

A dimostrazione di ciò e dell’assenza della rimozione del contenuto contestato, il video di Massimo Mazzucco è di fatto visibile e consultabile sulla piattaforma ancora oggi nonostante lui affermi in un post successivo che «quelli di Open si sono precipitati come falchi per farlo cancellare».

Riportiamo il finale del video, attinente alla contestazione sulle limitazioni degli utenti:

Ti faccio quindi la domanda: con quale diritto tu puoi stabilire che gli americani non hanno fatto un colpo di Stato nel 2014 e quindi con quale diritto ti permetti di segnalare il mio vide come falso? Perché da quando voi avete messo l’avviso, chiunque provi a linkare il mio video viene bloccato. Ci sono centinaia di persone che si sono lamentate in questi giorni perché non riescono a linkare il mio video su Facebook e se insistono si beccano degli avvisi come questo: “non puoi partecipare ad alcuna chiamata o avviarne di nuove per 27 giorni”, “la tua attività nel gruppo è soggetta a restrizioni per 27 giorni”, “i tuoi post saranno spostati più in basso nel feed per 56 giorni”. Questa è censura bella e buona, caro Bechis, altri che fact-checking. Tu censuri la libertà di opinione e nessuno che pratichi la censura in modo così schifoso può essere definito un giornalista.

Sulla piattaforma è possibile leggere la sezione «Informazioni sulle nostre normative» nel capitolo «Perché Facebook limita l’uso di determinate funzioni e quali sono i limiti?». Oltre alle questioni legate alla violazione delle regole della Community, proseguendo nella lettura della sezione è possibile leggere i casi di disinformazione che Meta rimuove dalle sue piattaforme:

  • Violenza fisica o violenza.
  • Disinformazione dannosa per la salute (es. «i vaccini provocano l’autismo» o «il morbillo non causa la morte»).
  • Interferenza elettorale o sui censimenti.
  • Contenuti multimediali manipolati.

La contestazione sul titolo

Secondo Mazzucco, il titolo dell’articolo di fact-checking sarebbe fuorviante:

Settimana scorsa ho fatto un video intitolato “Ucraina 2023, un anno di bugie”, dove sostenevo che la guerra è iniziata nel 2014 e non nel 22 e che è stata voluta e preparata dagli americani dopo il colpo di Stato di Maidan. Dopo due giorni, su Facebook compare sul mio video la scritta “Informazioni false, controllo eseguito da fact-checker indipendenti”, che sareste voi. Se clicchi su scopri perché arrivi a questo articolo di Open intitolato “No! In ucraina non c’è stato un colpo di Stato orchestrato dalla Nato per instaurare un regime nazista”. Se poi leggi l’articolo, vedi che cerca di smontare il mio video con le solite argomentazioni tipiche dei debunkers, un po’ come quando avete provato a smontare il premio Pulitzer Seymour Hersh la settimana scorsa, per la notizia sul Nord Stream. Ci avete fatto ridere tutta l’Italia in quel caso. Allora, primo problema di questo articolo caro Bechis: io non ho mai detto che la NATO ha orchestrato il colpo di Stato, ho detto che sono stati gli americani! Ascolta: “Lo dico io come mai, perché nel 2014 a Kiev c’è stato il colpo di Stato organizzato dagli americani che hanno rovesciato il legittimo Presidente Janukovyč e hanno messo al suo post il nazista Poroshenko”. Hai sentito? Ho detto il colpo di Stato organizzato dagli americani, non dalla NATO. Questo è il solito vecchio trucco dei debunker di mettere in bocca ad altri che non hanno detto per farli sembrare più assurde di quello che sono, e quindi più facili da smontare all’apparenza, almeno. Lo so che l’articolo è di Puente, ma il direttore responsabile della testata sei tu, caro Bechis. Sei quindi tu che devi risponderne in prima persona di tutto quello che viene scritto nel tuo giornale e un buon direttore, per prima cosa, controlla proprio che i titoli siano corretti e non siano fuorvianti. Non te lo hanno insegnato a scuola di giornalismo? Non si fanno titoli fuorvianti, perché potrebbero ingannare il lettore.

L’articolo di Fact-checking non riguarda solo ed esclusivamente il video di Massimo Mazzucco, ma anche di altri contenuti diffusi online che sostengono la falsa narrazione del colpo di Stato nel 2014. In un post del 21 febbraio 2023, un giorno prima della pubblicazione del nostro articolo, diversi utenti Facebook avevano condiviso il seguente testo (alcuni li hanno rimossi gli stessi utenti dopo il nostro articolo, ma ne riscontriamo altri ancora):

“L’operazione condotta da USA e NATO in Ucraina inizia quando essa diviene stato autonomo nel 1991. La NATO costruisce in Ucraina una rete di collegamenti negli ambienti militari e civili. Attraverso la CIA e altri servizi segreti, vengono per anni addestrati e armati gruppi neonazisti. La struttura paramilitare dei neonazisti ucraini entra in azione nel 2014 in piazza Maidan a Kiev durante una manifestazione contro la corruzione e il caro vita. Gruppi armati danno l’assalto ai palazzi di governi; cecchini, fatti venire dalla Georgia, sparano con gli stessi fucili di precisione sia sui dimostranti che sui poliziotti. Il 20 Febbraio 2014, il segretario generale della NATO intima alle forze armate ucraine di restare neutrali. Un vero e proprio colpo di stato sotto regia USA-NATO, con il fine strategico di provocare, in Europa, una nuova guerra fredda, per isolare la Russia e rafforzare l’influenza degli Stati Uniti in Europa.” – Manlio Dinucci

Di fatto, il titolo riporta la teoria diffusa sui social in cui accusano la NATO e gli Stati Uniti di aver orchestrato un colpo di Stato in Ucraina nel 2014. Come si può facilmente notare dall’immagine di copertina del fact-check, questa non riporta l’immagine di Mazzucco o il suo video, ma uno dei tanti contenuti diffusi sull’argomento Ucraina-USA-NATO. Cogliamo un suggerimento e modifichiamo il titolo con la seguente aggiunta: “No! In Ucraina non c’è stato un colpo di Stato nel 2014 orchestrato sotto regia USA o Nato per instaurare un «regime nazista»“.

La telefonata tra Nuland e Payatt

Mazzucco riporta quella che secondo lui sarebbe una prova del presunto colpo di Stato:

Ma poi Bechis, a parte il titolo, andiamo alla sostanza delle cose. Dove sta scritto, nero su bianco, che in Ucraina non c’è stato un colpo di Stato orchestrato dagli americani? Chi sei tu per decidere cosa è successo veramente e cosa non è successo nel 2014? A parte che c’è la registrazione telefonica con la Nuland e l’ambasciatore Pyatt che decidono addirittura chi dovrà fare parte del nuovo Governo e chi no, ve la faccio riascoltare.

NULAND: “Non penso che Klitscko debba entrare nel governo. Non mi sembra necessario, non mi sembra una buona idea”.

PYATT: “Visto che non entra nel governo, lascialo a casa a fare il suo compito politico”.

NULAND: “Io penso che Yatsenyuk sia la persona che ha l’esperienza economica e di governo. Lui ha bisogno di Klitscko e Tyahnibok che lavorino da fuori, lui deve parlarci 4 volte alla settimana”.

Hai sentito? Decidono chi dovrà stare dentro e chi dovrà restarne fuori. E gli dice pure che c’è l’ok di Biden per tutta l’operazione.

NULAND: “Sullivan mi ha detto ‘dovete avere Biden’. Io credo che sarà domani, per un incoraggiamento e per mettere a punto i dettagli. Quindi Biden è d’accordo”.

Questo a casa mia si chiama colpo di Stato, caro Bechis.

La telefonata, diffusa in maniera anonima e sottotitolata in russo, venne ampiamente contestata nel febbraio 2014 per le parole pronunciate da Nuland contro l’Unione europea («vada a farsi fottere»), scatenando una crisi diplomatica. In un articolo del 7 febbraio 2014, la BBC riporta la trascrizione della telefonata senza sostenere l’esistenza di un colpo di Stato in atto per mano degli americani, quanto alcuni commenti sulla crisi e pareri sulla leadership dell’ex pugile Klitschko, all’epoca uni dei leader dell’opposizione in Ucraina.

Il riferimento a Biden segue un secondo discorso nell’audio, quello del coinvolgimento dell’ONU alla crisi. Come commentato dalla BBC e dal Kyiv Post, all’epoca tra i primi media a diffondere l’audio (il 6 febbraio 2014), Nuland avrebbe discusso con le Nazioni Unite e che l’allora segretario Ban Ki-moon avrebbe inviato un loro funzionario per farli intervenire sulla crisi ucraina. L’audio si conclude con Nuland che afferma di poter convincere Biden per intervenire affinché l’ONU svolta un ruolo attivo.

In nessun caso Nuland e Pyatt riportano affermazioni che diano forza a un colpo di Stato da loro orchestrato. L’audio, che divenne di dominio pubblico a livello mondiale, non venne utilizzata nemmeno dalle Nazioni Unite per accusare ufficialmente gli americani di aver agito affinché si attuasse un colpo di Stato in Ucraina. Infine, i successivi Governi eletti in Ucraina sono stati di fatto riconosciuti a livello internazionale, al contrario dei referendum attuati per opera della Russia nelle zone occupate militarmente.

Le accuse di nazismo

Mazzucco difende quella che lui definisce opinione nel definire Poroshenko un «nazista»:

Ma mettiamo pure che tu sia così ignorante da non sapere queste cose, oppure che tu sia così stupido da non capirle, è possibile. Ma potrò dirlo io, se voglio, che secondo me lo hanno fatto gli americani? O devo prima chiedere il tuo permesso perché tu sai tutto e tu conosci la verità assoluta? E potrò dire io che secondo me Poroshenko è un nazista? Ha fatto le leggi razziali nel suo Paese, potrò definirlo nazista se voglio? O devo chiedere a te cosa ne pensi? Dopo di che se tu pensi che Poroshenko sia Biancaneve, per me va benissimo, ma qui siamo nel campo delle opinioni, non è più fact-checking. Dove sta scritto nero su bianco non è un nazista? C’è un certificato di non nazismo da qualche parte dove puoi andare a verificare? Ovviamente no! Quindi, se permetti, la mia opinione vale quanto la tua, vale almeno quanto la tua visto che io sembro essere leggermente più informato di te.

Le accuse nei confronti di una persona andrebbero provate. La propaganda russa afferma, a sostegno del suo intervento militare del 2014, che l’Ucraina abbia commesso atrocità contro la popolazione di lingua russa, ma ciò non trova riscontro nelle relazioni pubblicate dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti Umani, dell’OSCE e del Consiglio d’Europa.

Dal 2014 l’OHCHR monitora la situazione ucraina, attraverso la UN Human Rights Monitoring Mission in Ukraine (HRMMU), oltre ad aver contribuito ad allineare l’Ucraina stessa con gli standard internazionali sui diritti umani: ad esempio, attraverso un intervento dell’HRMMU la Corte Costituzionale ucraina «ha abrogato la legge che impedisce ai giudici di applicare misure diverse dalla detenzione a persone in attesa di processi in procedimenti penali connessi a conflitti».

Non si riscontrano elementi che provino l’esistenza di leggi raziali nei report pubblicati da inizio a fine mandato del Governo Poroshenko. L’allora Presidente risulta firmatario di emendamenti contro la discriminazione per vietare qualsiasi forma di discriminazione sul lavoro sulla base di razza, colore, etnia, convinzioni politiche, religiose e di altri topo, come sesso e identità di genere, orientamento sessuale e via dicendo.

Nel 2015, il Governo Poroshenko approvò una legge «Sulla condanna dei regimi totalitari comunisti e nazionalsocialisti (nazisti) in Ucraina e sul divieto di propaganda dei loro simboli», scatenando l’ira degli estremisti di destra che definirono lo stesso Poroshenko un «bastardo morto» legato a Israele, agli americani e alla NATO.

A Poroshenko venne contestata una legge per garantire il funzionamento della lingua ucraina come lingua di Stato, ma tale provvedimento non limitava la lingua russa o altre lingue utilizzate all’interno del territorio Ucraino.

Valutazione generale: “FALSO” – «Contenuto senza nessuna base nei fatti. Teorie del complotto che attribuiscono la causa di un evento all’opera segreta di individui o gruppi, che possono citare informazioni vere o non verificabili, ma presentano conclusioni inverosimili. Esempio: dichiarare, senza alcuna prova, che membri del governo sono direttamente responsabili di un attacco terroristico per offrire un pretesto per entrare in guerra» (link).

Valutazione sul video singolo di Stoltenberg: “CONTESTO MANCANTE” – «Clip o estratti da contenuti multimediali autentici non alterati (vedere la definizione della classificazione Alterato) o presentati in un contesto falso, che tuttavia distorcono il significato dei contenuti originali per esprimere false affermazioni» (link).

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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