Il riferimento alla vodka nel discorso di Zelensky che ha fatto infuriare Berlusconi

«Questa è stata una vera e propria offesa», ha detto ai suoi

Quello che ha fatto arrabbiare davvero Silvio Berlusconi del discorso di Volodymyr Zelensky non è stato il riferimento alla casa mai bombardata e ai parenti che non hanno perso la vita. Il leader di Forza Italia si è adirato soprattutto per un altro passaggio del discorso del presidente dell’Ucraina. Ovvero quel riferimento alla vodka. Lo racconta oggi un retroscena a firma di Paola Di Caro sul Corriere della Sera. Quando Zelensky lo ha irriso con la frase «Forse dovrei mandargli delle bottiglie di vodka come fa Putin» Berlusconi l’ha presa malissimo. «Questa è stata una vera e propria offesa», ha detto ai suoi. Mentre sui bombardamenti ha ricordato che «io l’ho conosciuto eccome quell’orrore. Ho dovuto lasciare la mia casa, ho sofferto la fame, la lontananza da mio padre».


La stoccata e le stecche

E quindi, ha concluso, «questo signore non sa nulla di me. Più che dare una stoccata ha preso una stecca». Anche se il suo sostegno all’Ucraina «non è in discussione», l’ex Cavaliere resta convinto che le responsabilità della guerra siano «da entrambe le parti». E oggi servirebbe «un piano Marshall per l’Ucraina». Del quale è stato il primo a parlare. Di certo c’è che a parlare di alcool per primo non è stato Zelensky. Nell’audio rubato che risale a qualche tempo fa fu lui a dire che Putin gli avrebbe regalato «venti bottiglie di vodka» per il compleanno (il 29 settembre). A cui si sarebbe aggiunta «una lettera dolcissima. Io gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e con una lettera altrettanto dolce. Io l’ho conosciuto come una persona di pace e sensata. Sono stato dichiarato da lui il primo dei suoi cinque veri amici».


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