Nucleare, pressing francese per il rilancio: «Pronta un’alleanza di 13 Paesi Ue, compresa l’Italia». Ma Roma smentisce

Domani la riunione speciale a Stoccolma dei Paesi disposti a lavorare sulla tecnologia. Ma l’Italia, chiamata in causa, nega ogni coinvolgimento

Un vertice europeo – informale ma denso di significato politico ed economico. È quello che si tetto domani a Stoccolma per fare il punto e rilanciare la sfida, delicatissima, dell’energia nucleare. A promuoverlo – pur nella “terra straniera” svedese che ospita questo semestre la presidenza del Consiglio Ue – è in particolare la Francia, che fa dell’atomo un fattore importantissimo del suo mix di approvvigionamento energetico. Secondo Parigi, sarebbero 13 i Paesi pronti a prendere parte al vertice di martedì: oltre alla Francia, i Paesi citati sono Romania, Bulgaria, Slovenia, Repubblica Ceca, Svezia, Italia, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Croazia, Paesi Bassi e Finlandia. L’obiettivo dell’incontro? «Creare un’alleanza nucleare e lanciare un segnale forte nei vari negoziati Ue», ha spiegato senza giri di parole Agnes Pannier-Runacher, ministra francese alla Transizione energetica, che coordinerà il vertice informale di domani.


La linea italiana

Una rivelazione smentita però seccamente, poco dopo, dal governo italiano. «Non è prevista la presenza di nessun rappresentante italiano domani a Stoccolma a incontri che avranno per oggetto la tematica del nucleare», ha fatto sapere il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Lo scorso ottobre, dopo l’insediamento, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin si era detto «favorevole alla sperimentazione del nucleare di nuova generazione». Ufficialmente, però, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni non ha mai dato segnali chiari su un’eventuale riesplorazione della strada della produzione di energia nucleare, bandita in Italia “a furor di popolo” con i referendum del 1987 e poi ancora del 2011.


L’Ue divisa sull’atomo

All’incontro di domani nella capitale svedese, Parigi intende promuovere una strategia energetica europea fatta da un mix di nucleare e rinnovabili, così da poter «raggiungere i nostri obiettivi di neutralità carbonica». «Rinnovabili e nucleare sono i pilastri su cui costruire la nostra transizione energetica, abbiamo bisogno di entrambi e i Paesi devono poter decidere il proprio mix energetico», ha sottolineato la ministra francese. Secondo le prime indiscrezioni, sembra che all’incontro sia stata invitata anche la commissaria europea all’Energia Kadris Simson. La scorsa estate, il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per inserire il nucleare e il gas tra le fonti green della tassonomia europea. Tra i 27 Paesi membri, però, restano forti divergenze sulla questione dell’energia atomica. Attualmente, Francia, Svezia e Ungheria ricavano una parte della propria energia dalle proprie centrali nucleari, mentre la Polonia è al lavoro per costruire i suoi primi reattori. La Germania, invece, ha annunciato da anni la chiusura graduale dei suoi impianti. E insieme ad altri Paesi, come Spagna e Lussemburgo, Berlino guida il fronte che spinge per arrivare al 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Foto di copertina: EPA/STEPHANIE LECOCQ | La centrale nucleare di Doel, in Belgio (19 settembre 2022)

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