Jenin, blitz israeliano nel campo profughi: almeno 6 vittime palestinesi e 10 feriti. L’ira di Abu Mazen: «Così la situazione esploderà» – Il video

L’operazione delle forze di sicurezza per individuare l’uomo che il 26 febbraio a Huwara uccise due fratelli israeliani degenera in scontri a fuoco: grave il bilancio

Le forze di sicurezza israeliane sono entrate oggi nel campo profughi di Jenin e hanno individuato e ucciso l’attentatore palestinese che lo scorso 26 febbraio aveva assassinato due giovani fratelli israeliani a Huwara. L’attacco aveva poi scatenato la furia dei coloni israeliani, che avevano dato a fuoco in risposta case e auto del villaggio arabo, compresa un’abitazione in cui si trovava un’intera famiglia palestinese, tratta in salvo dalle forze di sicurezza israeliane. L’operazione, condotta dall’esercito di Gerusalemme insieme ai servizi di sicurezza e alla polizia di frontiera, è degenerata in duri scontri a fuoco nei quali sarebbero morti – secondo quanto riferito dal ministero della Salute dell’Anp – almeno altri cinque palestinesi. Almeno altri dieci sarebbero rimasti feriti. Nelle stesse ore l’esercito israeliano ha condotto anche un’altra operazione di sicurezza nel campo profughi di Askar, vicino a Nablus, riferisce Haaretz: il blitz avrebbe portato all’arresto di tre persone, compresi due figli dell’uomo sospettato dell’attacco di Hawara. Durissima la reazione dell’Autorità nazionale palestinese al blitz di Jenin finito nel sangue. «Le uccisioni quotidiane contro la nostra gente sono una guerra totale e la distruzione di ogni cosa», ha detto il portavoce di Abu Mazen, Nabil Abu Rudeinah, secondo il quale il governo israeliano si assume così la responsabilità di una «pericolosa escalation che rischia di far esplodere la situazione e di vanificare tutti gli sforzi volti a ripristinare la stabilità». Rudeinah ha quindi invitato gli Usa a intervenire esercitando pressioni sul governo di Gerusalemme per scongiurare tale scenario.


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