Attentato a Gerusalemme. Almeno 2 israeliani uccisi e 5 feriti dall’auto lanciata in corsa sui passanti – Il video

L’attentatore, un cittadino arabo-israeliano di Gerusalemme Est, è stato ucciso dalla polizia. Netanyahu ordina la distruzione della sua casa, mentre a Gaza i bambini festeggiano

Torna a esplodere la violenza in Medio Oriente. Almeno due cittadini israeliani, un bimbo di 6 anni e un giovane di 20, sono morti nell’attentato avvenuto nella tarda mattinata di oggi a Gerusalemme. Un uomo palestinese con cittadinanza israeliana – secondo quanto ricostruito – ha lanciato la sua auto a tutta velocità contro i passanti in attesa alla fermata dell’autobus, nel quartiere di Ramot, alle porte della città sacra ai tre monoteismi. Oltre alle due vittime, le autorità israeliane parlano di almeno cinque altri feriti: uno di questi è un bambino e si troverebbe in condizioni critiche. Le immagini dopo l’attentato mostrano diverse persone riverse a terra dopo il violento impatto della Mazda blu presso la fermata del bus. La polizia israeliana ha ucciso l’attentatore, già identificato dalle autorità. Si tratta, riportano i media israeliani, di Hussein Qaraqa, un cittadino arabo-israeliano residente a Gerusalemme Est.


Le vittime

Arrivati sul posto, i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare la morta della prima vittima, il bambino di 6 anni. Alter Shlomo Lederman, 20 anni, è stato invece trasportato d’urgenza al vicino ospedale di Shaare’ Zedek, dove è però spirato poco più tardi. Era uno studente ultraortodosso di una Yeshivà, una scuola religiosa, e si era sposato due mesi fa, riferisce il Times of Israel. Nello stesso ospedale è ora ricoverato il bambino di 8 anni ferito più gravemente.


L’ira di Netanyahu, mentre a Gaza si festeggia

Informato dell’accaduto, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso una dura reazione. «A nome di tutti i cittadini israeliani, voglio inviare le mie condoglianze alle vittime dell’attacco a Gerusalemme. Ho condotto una valutazione di sicurezza e ordinato un incremento delle forze, l’esecuzione di arresti e che la casa del terrorista sia immediatamente requisita e demolita». Il nuovo fatto di sangue occorre a poche settimane di distanza da quello che sembra l’inizio di un nuovo tragico ciclo di violenza seguito all’insediamento del nuovo governo israeliano. Lo scorso 26 gennaio, 10 palestinesi sono morti negli scontri seguiti ad un’operazione “antiterrorismo” dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin. Il giorno successivo, un grave attentato all’uscita da una sinagoga di Gerusalemme ha provocato la morte di 7 israeliani.

Lunedì scorso, poi, almeno sette palestinesi sono stati uccisi in nuovi scontri a fuoco con l’esercito israeliano durante un’operazione antiterrorismo eseguita nel campo profughi di Aqbat Jabr, nei pressi di Gerico in Cisgiordania. L’ultimo agguato – ancora una volta di venerdì, giorno sacro per i musulmani e che segna i preparativi per l’inizio di quello ebraico, lo Shabbat – lascia temere che l’escalation di violenza tra israeliani e palestinesi continui o si aggravi ulteriormente. Con il seme di violenza iniettato anche nei più piccoli. In un video che circola con insistenza sui social media in queste ore, si vedono due bambini di Gaza distribuire sorridenti dolciumi a automobilisti e passanti per “festeggiare” l’attentato portato a compimento a Gerusalemme.

Leggi anche: