I due colloqui riservati Parolin-Meloni, il cardinale: «D’accordo sui corridoi, ma ora basta respingere. Pace in Ucraina? Diamo fondo alla creatività»

Ci sono stati due colloqui riservati tra il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e la premier Giorgia Meloni, prima e dopo la presentazione del libro del teologo Antonio SpataroL’atlante di Francesco» alla sede della rivista Civiltà Cattolica. Su che cosa si siano detti il ministro degli Esteri di Papa Francesco e il capo del governo italiano è il cardinale a fare qualche cenno, mantenendo però un’inevitabile riserbo. I due avrebbero discusso di «regolarizzazione dei flussi dei migranti – ha detto Parolin – un’esigenza che si può tradurre nei corridoi umanitari. Su questo – ha chiarito – conviviamo la posizione». Qualche divergenza però deve essere emersa nel corso dei colloqui, visto che Parolin a proposito delle decisioni del governo in tema di immigrazione dice di non volerle giudicare, per quanto sia ora necessario «passare dalle politiche di contenimento e di respingimento alle politiche più aperte di accoglienza». Una necessità che il segretario di Stato vaticano non rivolge solo al governo italiano ma anche ai Paesi europei, facendo riferimento al «patto della Ue dove si vede che l’orientamento è sempre frenare».


Parolin non fa cenno a discussioni con Meloni sul lavoro diplomatico della Santa sede a proposito della guerra in Ucraina, ma durante la presentazione del libro di Spataro è stata la premier a rilanciare l’idea del Vaticano come sede «più idonea per il negoziato: ha l’appoggio dell’Italia. Credo che sia proprio la Santa Sede quella più idonea a favorire una soluzione negoziale, perché non ha altro interesse che non sia quello di una soluzione giusta di questo conflitto, non ha un interesse nazionale, che muove gli Stati nazionali e ha inevitabilmente sempre delle postille. Io davvero sostengo questo sforzo – ha aggiunto Meloni – che ho visto e che spero si intensifichi e sul quale la Santa Sede può contare sul nostro aiuto. Su questo Parolin dopo la presentazione ha confermato l’impegno del Vaticano per cercare un dialogo che provi a mettere fine alla guerra: «Come Santa Sede stiamo dando fondo a tutta la nostra creatività – ha detto il cardinale – Il primo passo deve essere il cessate il fuoco».


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