Nardella dopo il placcaggio dell’attivista di Ultima generazione: «Sono ambientalista come loro, lavoriamo insieme. Messinscena? Devo rispondere?» – L’intervista

Il sindaco di Firenze a Open: «La politica nazionale non si occupa di clima, hanno ragione. Ma gli amministratori locali sono gli unici a fare qualcosa»

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha fatto tante scommesse politiche nel corso della sua carriera ma certo non si aspettava che proprio un episodio casuale gli regalasse una popolarità praticamente planetaria. Quando lo rintracciamo al telefono racconta che è ancora preso dal rispondere a messaggi da tutto il mondo, in seguito al placcaggio di un attivista di Ultima Generazione che aveva spruzzato di vernice la sede del Comune, Palazzo Vecchio (oggi il danno è stato quantificato in 30mila euro). «Mi hanno chiamato anche da altri stati europei – dice a Open – addirittura ho visto che il video sta girando in Grecia, in Sudamerica….».


Lei lo sa che qualcuno dice che era tutto preparato e che la sua reazione è stata troppo pronta?


«Secondo lei mi metto d’accordo coi manifestanti di Ultima Generazione? Devo rispondere? Siamo seri… Piuttosto è vero che è stata una coincidenza che anche a volerla preparare preparare non sarebbe stata così, ed è stata utilissima la presenza dei restauratori con me proprio in quel momento. Eravamo lì a fare un sopralluogo per piazza della Signoria e grazie a loro disponevamo di una idropulitrice e degli attrezzi per poter intervenire immediatamente sulla sulla facciata. Da quello che poi hanno detto i tecnici è stato fondamentale perché la facciata di Palazzo Vecchio è fatta con una pietra del 300 estremamente porosa e avrebbe assorbito una parte consistente di quella vernice. Sarebbe stato molto più costoso, complicato e problematico rimuoverla».

Ma non sono vernici lavabili?

«Mi hanno spiegato che il termine lavabile significa poco nel senso che tutto dipende da quale vernice su quale superficie. Ad esempio, un conto è colpire una superficie liscia e dura, un’altro pietre porose, in particolare con queste tinture a base acrilica. E comunque, lavabile o no, non mi sembra comunque una buona giustificazione. Ciò che io trovo sbagliato è il gesto: la cultura, l’arte sono beni preziosi per l’umanità tanto quanto la natura».

Lo fanno, cito in sintesi il loro pensiero, perché altrimenti il cambiamento climatico non sarebbe affatto tra le priorità della politica…

«Fridays for future è nato con un gesto, quello di Greta Thunberg, assolutamente non violento ed è diventato un movimento mondiale. E’ la dimostrazione che non c’è bisogno di gesti che rischiano di generare impopolarità invece che produrre consenso. Sia chiaro, io sono ambientalista tanto quanto i ragazzi di Ultima Generazione. Dico solo che i sindaci, gli amministrazioni locali, non sono affatto avversari: ogni giorno ci battiamo per la tutela dell’ambiente con il trasporto pubblico, il miglioramento del ciclo dei rifiuti, gli investimenti sull’efficientamento energetico. Non capisco perché la protesta debba debba essere indirizzata contro le amministrazioni locali e le città che sono le uniche vere alleate».

Tomaso Montanari sul Fatto quotidiano ha scritto che in alcuni casi lei ha autorizzato iniziative di privati che usavano il patrimonio urbanistico di Firenze esponendolo a rischi altrettanto elevati.

«Montanari di lavoro fa polemica con me. Io trovo che questa sua notazione non centri proprio niente con quello che è accaduto».

Le azioni che possono deturpare il patrimonio storico sono moltisssime, pensiamo solo all’impatto dei turisti….

«A me pare un modo per discutere di altro. Se guardiamo ai fatti, Firenze è la città che spende più soldi pubblici nella cultura dedicata ai propri cittadini, 119 € ciascuno. Non è un gesto concreto di attenzione alla cultura questo? Secondo me sì, molto. Sono pronto al confronto con qualunque città d’arte italiana sull’impegno per le politiche culturali ma questo è tutto un altro discorso, che sono pronto a fare in qualunque altra sede. Siamo stati i primi a a bloccare l’apertura di ristoranti nell’area Unesco, stiamo ripristinando il pavimento in pietra in tutto il centro, mi citi chi fa quanto noi».

In effetti non saprei, ma è il sindaco a doversi occupare dei reati? Potevate persino farvi male cadendo… non è meglio che intervenga chi di dovere, magari sollecitato da lei?

«Ha ragione ma sono tutti bravi il giorno dopo. Ho letto di tutto, persino dettagli su come ero vestito. Guardi, io credo di aver fatto una cosa da cittadino, in quel momento ho visto la casa della mia comunità sotto attacco, un simbolo per tutti noi e patrimonio universale, e ho fatto quello che mi sono sentito di fare con il cuore, non potevo stare a guardare. In quei momenti non hai il tempo di ragionare, senti solo il pericolo per qualcosa che ti appartiene. Dopodiché non ho usato alcun tipo di violenza, ho solo fatto in modo che terminasse quello che stava facendo anche se so bene che alcune parole non vanno dette, specie nelle vesti di sindaco e se avessi avuto un attimo per ragionare non l’avrei fatto. Ho comunque ricevuto migliaia di messaggi di persone che mi dicono “avrei fatto la stessa cosa”».

Ha avuto modo di parlare con l’attivista, poi?

«Non con lui ma in un confronto televisivo ho parlato con uno dei capi di Ultima Generazione. Gli ho chesto di cercare strade più intelligenti e corrette, e non per questo meno efficaci, per affrontare il tema usando altre forme di protesta che non siano quelle di attaccare la cultura e l’arte».

La politica fa poco sul cambiamento climatico, questo è un fatto.

«E’ vero, la politica nazionale è sorda anche con noi. Io sono presidente di Eurocities, l’associazione dei sindaci europei: abbiamo lanciato l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica nel 2040, 10 anni prima dell’Unione Europea. Anche io penso che il tema vada affrontato ma dobbiamo stringere un patto tra le giovani generazioni e i sindaci e agire insieme. Lasciamo perdere la vernice e mettiamoci a lavorare».

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