Ilaria Cucchi: «Mi sono fatta legare come Wissem Abdel Latif: è stato terribile»

La senatrice si è presentata all’unità operativa del servizio psichiatrico dell’Asl 3

La senatrice di Sinistra Italiana Ilaria Cucchi si è presentata all’unità operativa del servizio psichiatrico dell’Asl 3. Dove due medici e due infermieri sono indagati in relazione alla morte del migrante Wissem Abdel Latif. L’uomo è deceduto il 28 novembre del 2021 mentre era ricoverato in ospedale. Nei loro confronti le accuse sono di omicidio colposo e falso per omissione nella cartella clinica. Il reparto si trova all’interno dell’ospedale San Camillo. «Sono qua perché ho letto la storia di Wissem e dopo avere appreso dell’inchiesta sui sanitari ho deciso di vedere coi miei occhi il luogo dove è morto quando già era nelle mani dello Stato italiano», ha detto secondo quanto racconta oggi l’edizione romana di Repubblica. Il quotidiano racconta che Cucchi si è sottoposta alla contenzione. Ovvero si è fatta legare mani e polsi a una sedia. Per comprendere appieno il significato della parola «contenuto».


«Legato mani e piedi»

«È una sensazione terribile, che ti dà la misura di cosa significa essere privati della libertà di movimento. Penso a Wissem che era anche legato dai piedi», dice la senatrice. Alle 11,53 Ilaria Cucchi, accompagnata dal suo assistente, percorre il corridoio bianco con le guide blu dove il migrante che sognava la Francia è morto. Quel corridoio adesso non ha più i letti addossati sui muri. «Nella planimetria compaiono i letti sistemati in corridoio, le finestre sono sempre chiuse perché i perni sono rotti, il paziente Wissem è rimasto in contenzione per tre giorni in un corridoio», aveva scritto nella sua relazione il garante dei detenuti Mauro Palma nella relazione che ha dato il via all’inchiesta sul caso.


«Resta quel neo di mancata socializzazione. Lo spazio esterno, un terrazzino, non ha alcuna copertura. C’è troppo sole d’estate e pioggia d’inverno. E ci sono ancora le sedie malridotte che menzionava nella sua relazione il garante », racconta Ilaria Cucchi al termine dell’ispezione. «Ho potuto constatare la mancanza di personale sulla quale intendo andare avanti a capire come sia possibile che in reparti così delicati manchi personale. Non c’è, poi, un bagno nel day hospital», aggiunge. Una sola stanza ha quattro letti. «Non ho parlato con nessun paziente, alcuni erano dormienti. Altri non erano in condizione», conclude.

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