Torino, il Museo dell’omosessualità si farà. Il via libera del presidente di Regione e del sindaco: «Il Polo del ‘900 possibile casa»

La proposta era arrivata a fine 2021 da un comitato composto da attivisti e intellettuali guidato da Angelo Pezzana insieme a Guido Accornero

Il Museo dell’omosessualità a Torino si farà. Il progetto capitanato da Angelo Pezzana, fondatore di «Fuori!», una delle prime associazioni del movimento di liberazione omosessuale italiano, ha ricevuto ufficialmente il sostengo di Comune e Regione. Proposto da un comitato costituito per l’occasione a fine 2021, composto da politici, attivisti e intellettuali, il Museo dell’omosessualità era sembrata solo una suggestione che con difficoltà si sarebbe realizzata. Ad appoggiare Pezzana anche Guido Accornero, insieme ai padri del Salone del Libro nella città piemontese. Dopo anni, l’idea dei due sembra aver ottenuto l’interesse del presidente di Regione Alberto Cirio e del sindaco di Torino Stefano Lo Russo che hanno definito l’idea del museo non solo un progetto fattibile ma anche di imminente realizzazione. Il sostegno del primo cittadino arriva dopo il mal digerito stop alla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali, meno scontato quello del presidente di centrodestra che però ribadisce la sua anima liberale, dimostrata di recente anche con l’appoggio al Torino Lovers, festival cinematografico con una selezione di film dalle tematiche LGBTIQ+. Sindaco e presidente si sono dichiarati pronti a trovare il denaro necessario per avviare il museo. E con il comitato promotore ragionano già sulla possibile sede da dedicare. L’ipotesi considerata più fattibile sono i due palazzi San Celso e San Daniele che già ospitano il Polo del ‘900 e il Museo della Resistenza e dei Diritti. Una scelta dall’evidente valore simbolico ma conveniente anche in termini economici: i costi di gestione del nuovo museo sarebbero assorbiti nelle spese generali dei due palazzi, che già accolgono ventiquattro istituti e fondazioni culturali. Quello su cui si ragiona poi è anche lo spazio a disposizione: attualmente il complesso di corso Valdocco a Torino sarebbe in grado di accogliere la sede espositiva ma il vastissimo fondo d’archivio dell’associazione “Fuori!”, già digitalizzato sulla piattaforma del Polo del ‘900, resterebbe nei locali della Fondazione Sandro Penna in via Santa Chiara, a disposizione di studiosi e ricercatori. Soluzioni a parte, il museo dell’Omosessualità sembra farsi realtà sempre più concreta: un’idea che porterebbe anche un notevole incremento di turisti nazionali e internazionali nel complesso culturale, che al momento non gode di una fortissima affluenza.


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