Bugo, il bullismo e il gioco vigliacco di Morgan: «Impossibile perdonare. Il circo lo lascio ai buffoni»

Il cantautore annuncia un nuovo album. E torna a parlare degli hater. A cui risponde perché si diverte

«Negli ultimi anni c’è una specie di bullismo nei miei confronti». Christian Bugatti in arte Bugo prepara un nuovo album per il 2023. Ma continua a litigare con Morgan dopo quella scena a Sanremo 2020. Tanto da rispondergli con un video sui social: «L’altro anno non mi andava di rispondere alle tue str…, c’era la pandemia, la gente moriva ma a te che ti frega. Non sei un cantautore, non lo sei mai stato. Hai detto che ti ho bullizzato: tu eri mio ospite perché io ti ho invitato. Ti rendi conto quanto sei ridicolo?». Oggi continua a rispondergli in un’intervista al Corriere della Sera: «Sono scocciato. Non si può cambiare il testo di una canzone. Prova a farlo a Vita Spericolata di Vasco Rossi o alla Donna Cannone di Francesco De Gregori. Siccome sul palco dell’Ariston ci stavo io, che non ero famoso ma lo sono diventato per questa storia, è stato facile prendersela con me».


Una situazione così

Secondo Bugo quello di Morgan è stato «un gioco vigliacco. E poi immagini i miei amici, la mia famiglia, mia moglie, mio figlio che mi stavano guardando. A nessuno farebbe piacere trovarsi in una situazione così». Ricorda di aver abbandonato il palco durante il fuori programma: «Ero su un palco della Rai, in mondovisione, davanti a milioni di persone, ci vuole rispetto per quel palco e la musica. Ho preferito andar via piuttosto che appoggiare quella pagliacciata. Per Amadeus il mio è stato il gesto più rock’n’roll della musica italiana, sarà vero ma per me contava la canzone. In tv non devo fare il damerino e il trash mi irrita profondamente. Il circo lo lascio ai buffoni. Non gioco con la musica. I miei eroi sono Lennon, Vasco, Celentano, Battisti che, per quanto dirompenti, sono seri». Per quella storia Bugo ha portato Morgan in tribunale. Che gli ha dato ragione. E quindi hanno litigato anche su questo.


Il sentimento e il risentimento

Bugo dice a Sandra Cesarale che da quel giorno con Morgan non si sono più sentiti: «Quando arrivi a quell’estremo ogni chiarimento è superfluo. Non è sempre possibile perdonare». Sostiene che la sua immagine sia stata danneggiata: «I fan mi adorano. Poi ci sono quelli a cui non piaccio anche se divento papa e una fascia grigia che non sa come sono e crede a tutto quello che viene scritto o detto su di me. Mi preoccupo per chi mi sta accanto. Fossi solo io, chissenefrega, ho una moglie meravigliosa e due figli fantastici. E non sono mai stato abituato alla pacca sulla spalla, alla carezzina, mi hanno sempre criticato, esagerando. Ma quando sei accerchiato vuol dire che stai facendo la cosa giusta». Intanto prepara un tour, un film-concerto e una biografia. «Non attacco ma sono bravissimo a difendermi, avevo gli hater quando ancora non si chiamavano così».

Scuola e lavoro

Bugo poi racconta il suo rapporto difficile con la scuola e il lavoro: «A 23 anni sono andato a lavorare in fonderia. Volevo raccogliere soldi, trasferirmi a Milano e provare a sfondare. La sera e nei weekend mi dedicavo alla musica. Non esistevano vacanze, ragazze, amici. Ero abituato a quei posti sporchi, difficili, duri: mi ci mandò mio padre, per due estati, quando avevo 15 anni». Perché «bigiavo il liceo. Mi hanno bocciato due volte, una con sette in condotta. Il preside mi disse: “In un mese e mezzo hai stabilito il record di assenze da quando esiste questa scuola”. Avevo esagerato, fu l’unica volta che vidi papà arrabbiato».

Vasco, la Juventus, la moglie

Dice di aver incontrato uno dei suoi idoli: «Vasco è come un amico del bar. È il vero artista che non si sente maestro. “Io sono con te” è la prima cosa che mi ha detto, riferendosi a Sanremo». Mentre durante il Festival del 2020 incrociò Ronaldo. «Stava con Georgina, alloggiavamo nello stesso albergo e attraverso il suo staff sono riuscito a farmi dare una sua maglietta firmata». Un bel colpo per lei, malato di Juve. «Papà e nonno sono juventini, io a sette anni guardavo le partite e piangevo quando i bianconeri perdevano. Era la squadra che vinse i Mondiali dell’82 con Rossi, Tardelli e Cabrini, giocatori che ti fanno appassionare a uno sport e ti segnano umanamente». Infine, parla del suo matrimonio che dura da 11 anni con Elisabetta: «È una diplomatica, da 12 viviamo all’estero. La amo, rispetto lei e il suo lavoro. Porto un po’ di verve nel suo mondo, ma sono una persona dignitosa, non ho mai fatto una gaffe. Il galateo deve essere dettato dal buonsenso. Se inviti un ambasciatore a cena non ti metti in jeans come un pirla, non stai a una serata fra amici».

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