Giornalista ferito a Cherson, Kiev: «Ha violato le regole». Replica la Repubblica: «Zunino aveva i permessi»

Pur accusando la Russia di aver commesso un crimine di guerra, il Comando dell’esercito del sud rimprovera al reporter italiano di non aver ascoltato gli avvertimenti

Corrado Zunino, il giornalista de la Repubblica ferito ieri a Cherson, ha «improntato il suo comportamento al rispetto delle regole di condotta dei media in zona di guerra». A farlo sapere è proprio la direzione del quotidiano, in risposta al comunicato del Comando operativo sud dell’esercito ucraino, poi ripreso dai media del Paese, secondo il quale il reporter italiano avrebbe ignorato gli avvertimenti dei militari ucraini che gli avevano ricordato le regole da rispettare per la stampa. Mentre la Repubblica sostiene che Zunino fosse «munito di documenti lasciapassare per la zona di Cherson regolarmente chiesti e rilasciati dalle autorità militari ucraine», il comando riferisce in un post su Facebook che il giornalista non avrebbe informato gli addetti stampa di riferimento delle sue attività nella città dell’Ucraina meridionale. Ad ogni modo, il quotidiano «condivide con le autorità ucraine l’interesse a chiarire ogni aspetto di quanto accaduto sul ponte Antonovsky nella giornata del 26 aprile. A tal fine attende il rientro in Italia del suo inviato».


Kiev: «Le grida ignorate e il giubbotto indossato male»

Non solo avrebbe mancato di riferire le proprie attività a chi di dovere, ma – continua il Comando ucraino – una volta giunto sul luogo dove il veicolo su cui viaggiava è stato colpito dagli spari a causa dei quali il suo fixer – Bogdan Bitik – è rimasto ucciso, il giornalista italiano avrebbe ignorato le grida dei militari locali. «Pericolo signore!», gli dicevano. Il comando fa poi notare come, secondo le regole già citate, Zunino aveva la responsabilità di fare indossare al suo collaboratore un giubbotto con la scritta «press» («stampa») e la protezione antiproiettile. Per questo la divisione dell’esercito di Zelensky non ha dubbi: «L’italiano ha violato le regole di condotta per i giornalisti in teatri di combattimento». A ogni modo – aggiunge il comando – l’uccisione e il ferimento di giornalisti è «un altro crimine di guerra della Russia». Secondo le ricostruzioni effettuate in Ucraina, infatti, l’attacco sarebbe avvenuto per mano di cecchini delle Federazione.


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