Modena, la ragazza indiana costretta a sposarsi dai parenti: «È un altro caso Saman Abbas, salviamola»

Un’insegnante ha ascoltato il suo racconto, la preside l’ha ospitata a casa. Poi l’intervento della questura

Una ragazza indiana di 19 anni residente in un paese della provincia di Modena ha denunciato di essere stata promessa sposa dai parenti. Il caso, che ha molto in comune con quello di Saman Abbas, ha trovato però opposizione nella scuola della ragazza. Un’insegnante ha ascoltato il racconto della ragazza, la preside l’ha ospitata in casa. Intanto un’avvocata l’ha accompagnata in commissariato e la Questura si è attivata per trovare una soluzione e garantire la sua sicurezza. «Cerchiamo di salvare un’altra Saman», ha detto l’avvocata Barbara Iannuccelli, riferendosi al tragico caso della 18enne pachistana uccisa a Novellara, secondo l’accusa, perché rifiutò un matrimonio combinato. Iannuccelli conosce bene il caso perché nel processo in corso assiste il fidanzato della giovane Abbas.


La vicenda

La vicenda comincia quando la 19enne annuncia di essere stata promessa sposa dai parenti. Il padre l’ha picchiata perché si era innamorata di un altro ragazzo. Peraltro suo connazionale e di qualche anno più grande. Mentre la madre, la zia e la nonna l’hanno rinchiusa in casa senza cibo per punizione. Ieri la ragazza ha passato cinque ore in un commissariato del Bolognese. Ne è uscita con l’affidamento alla preside della sua scuola che durante la notte l’ha accolta in casa propria. Ieri mattina il questore di Bologna Isabella Fusiello ha incaricato il personale della sezione specializzata di seguirla. E insieme a lei hanno concordato la soluzione sicura. La prima segnalazione alla polizia è del 13 aprile. È stata inviata dall’istituto superiore frequentato dalla giovane. La scuola si è mossa dopo che, a fine marzo, una parente aveva telefonato dicendo che la 19enne non stava bene e che aveva perso il cellulare. Ma il giorno successivo è stata lei stessa a sfogarsi con la docente.


L’aggressione dei parenti

Nell’occasione la 19enne ha spiegato che non aveva avuto malattie, che il telefono le era stato tolto e aveva mostrato i segni sul collo, che le sarebbero stati fatti dal padre dopo la scoperta della relazione con un ragazzo che, a suo dire, non avrebbe potuto avvicinare perché già promessa sposa. La giovane ha riferito di essere stata isolata, tenuta a digiuno per due giorni dai familiari che le avrebbero dato da bere latte dal sapore cattivo, che l’ha fatta addormentare e poi risvegliare con un gran mal di testa. Al risveglio ha trovato i suoi vestiti impacchettati, come se dovessero farla partire da un momento all’altro. La scuola allora ha attivato anche volontari di un centro antiviolenza, a cui la ragazza ha ribadito i racconti.

L’indagine

Dopo la segnalazione, la vittima è stata sentita dai poliziotti e il suo racconto verbalizzato. In Procura a Modena è stato aperto un fascicolo per maltrattamenti e costrizione al matrimonio dove ci sarebbero già alcuni indagati. L’obiettivo della giovane è quello di recuperare i documenti che, come nel caso di Saman, sono ancora in possesso dei suoi familiari.

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