Schlein rompe il silenzio sulla sua armocromista: «Assurdo che si parli solo dei colori. Chi va via dal Pd? A loro piacevano Renzi e Berlusconi»

La segretaria dem liquida le polemiche per la sua intervista a Vogue e tira una stoccata a chi ha deciso di lasciare il partito

«Mi sembra davvero assurdo che su trenta righe di intervista abbia colpito solo la questione dei colori. Non capisco niente di abbinamenti, di abiti e trucco e inoltre non ho tempo da dedicare a queste cose, per questo ho chiesto a una mia amica di aiutarmi». Da Sestri Levante, Elly Schlein liquida così le polemiche suscitate dalla lunga intervista rilasciata a Vogue Italia in cui la segretaria del Pd ha parlato di politica e di se stessa. Ma c’è un passaggio che ha poi catalizzato per giorni il dibattito, ossia quello in cui ha confidato di essersi rivolta all’esperta di armocromia Enrica Chicchio per curare il suo stile. Una “confessione” che ha incuriosito ma anche generato qualche critica, delle quali però la deputata ammette di non curarsi. Nelle ultime ore, Schlein ha incassato il sostegno di Daniela Santanchè: «Io non ne ho bisogno, ma ben venga per lei». E anche del leader di Italia Viva Matteo Renzi, che ha ricordato come fu criticato allo stesso modo in una situazione simile. «Non ho avuto modo di leggere quanto ha detto Renzi in mia difesa», ha aggiunto la segretaria dem, «sarebbe meglio mettere l’accento sulla figuraccia che il governo Meloni ha fatto sul Def».


Gli addii nel Pd

Schlein, a margine di un incontro elettorale a Sestri Levante a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Marcello Massucco, ha parlato anche delle recenti fuoriuscite dal partito e dell’azione del governo Meloni. Da una parte, la fuga di Marcucci e Borghi verso il Terzo Polo, e l’addio annunciato di Caterina Chinnici verso Forza Italia. Dall’altra, le misure contenute nel decreto Lavoro, che il Consiglio dei ministri affronterà il prossimo lunedì. «Ci preoccupa il fatto che il Primo Maggio si approvi in decreto che fa arretrare i diritti dei lavoratori, mette a rischio i contratti a termine e più in generale il lavoro precario», ha commentato con i giornalisti. «non bisogna dare valore politico a prese di posizione personali. Chi ha lasciato aveva già da tempo simpatie per Renzi e Berlusconi».


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