Putin firma la legge sull’espulsione dalle regioni ucraine: «Sono terre storiche russe, è il nostro popolo»

Il presidente russo ha dichiarato che è necessario «difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia»

Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporozhyia – e la Crimea – sono «territori storici della Russia» e le popolazioni che ci vivono «parte del nostro popolo», pertanto è necessario «difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia». Così si è espresso a San Pietroburgo il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Tass, nella giornata in cui ha firmato e promulgato una legge che autorizza l’espulsione da quelle regioni dai residenti che non vorranno accettare la cittadinanza russa. I quattro territorio sono stati annessi alla Federazione russa dopo l’imposizione di un referendum popolare dall’esito scontato. Il Parlamento russo ha approvato una legge che autorizza l’espulsione di coloro che non accettano di diventare cittadini russi. Verranno considerati stranieri e dovranno lasciare la regione se verranno ritenuti una «minaccia alla sicurezza nazionale» con attività che comprendono anche la «partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate». Nella notte, dopo 51 giorni, missili russi sono tornati a colpire Kiev, in un attacco coordinato su diverse città dell’Ucraina che ha provocato almeno 21 morti.


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