Cuneo fiscale, quanto aumenta la busta paga per chi guadagna da 10 a 35 mila euro e cosa succede ai dipendenti pubblici

Le simulazioni degli effetti del decreto lavoro sugli stipendi. Cosa succede ai lavoratori statali di prima e seconda area e i precedenti

Quanto vale il taglio del cuneo fiscale del governo Meloni? Quanti soldi si metteranno in tasca i lavoratori delle varie fasce di reddito? E cosa succederà nel 2024? Il decreto lavoro approvato il primo maggio porta all’incirca 100 euro in più in busta paga. Ma durerà fino a novembre. Il taglio del cuneo fiscale e contributivo tra luglio e dicembre aumenterà di altri quattro punti, senza incidere sulla tredicesima. In particolare, lo sconto sui contributi previdenziali a carico dei lavoratori salirà, rispetto a quanto già previsto nell’ultima manovra dagli attuali due punti a sei punti per i redditi lordi fino a 35mila euro, ovvero fino a 2.692 euro al mese. E dagli attuali tre a sette punti per i redditi fino a 25mila euro. Ovvero chi ha una retribuzione che non superi i 1.923 euro al mese.


Le simulazioni

Il taglio si aggiunge a quanto previsto nella manovra approvata lo scorso dicembre. Allora il governo Meloni ha rifinanziato il taglio del 2% introdotto da Draghi fino ai 35 mila euro e ha incrementato questa riduzione al 3% fino a 25 mila euro, per un costo complessivo di circa 5 miliardi. In totale il taglio per quest’anno vale 8,5-9 miliardi. Come Open ha spiegato, non si tratta del «più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi anni». Le simulazioni sulle varie fasce di reddito effettuate da De Fusco Labour & Legal e rielaborate oggi da La Stampa dicono che:


  • con una retribuzione lorda di 10 mila euro annui il taglio delle tasse di Meloni fa mettere in tasca al lavoratore 25,67 euro in più, per un totale annuo di 269 euro e 50 centesimi;
  • chi guadagna 12 mila 500 euro all’anno porta a casa 32 euro e 8 centesimi in più, per un totale annuo di 336 euro e 90 cent;
  • per la fascia da 15 mila euro di reddito i risparmi ammontano a 38 euro e 50 cent e il totale è di 404 euro e spiccioli;
  • una retribuzione lorda di 17 mila 500 euro dà diritto a uno sconto di 38,41 euro e a 403,30 euro in più l’anno;
  • con 20 mila euro annui di retribuzione lorda lo sconto è di 43,90 euro e il totale è 460,90;
  • l’asticella a 22 mila 500 euro porta 49,38 euro in più l’anno e il totale a 518,50 euro.

Poi c’è la simulazione del taglio in busta paga per le fasce di reddito maggiore:

  • chi guadagna 25 mila euro l’anno lordi sconta quasi 55 euro con Meloni e 578 euro annui totali;
  • la fascia da 27 mila 500 euro porta a casa 60 euro in più annui e in totale 543 euro;
  • per i 30 mila euro annui di guadagno il risparmio con il taglio ammonta a 57,56 euro e il totale a 542 euro;
  • per la fascia di 32 mila e 500 euro ci sono 61 euro in più in busta paga e 549 euro totali annui;
  • infine, la fascia di 35 mila euro risparmia 65 euro e 70 centesimi con il taglio di Meloni e 591 euro totali.

Il taglio del cuneo per i dipendenti pubblici

Per i lavoratori statali, fa sapere Il Messaggero, il taglio dei contributi in busta paga porterà in tasca dai 48 ai 65 euro netti in busta paga. Le simulazioni sono del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei commercialisti. Gli aumenti riguardano 2,2 milioni di dipendenti. I lavoratori della prima e della seconda area dei ministeri, ovvero operatori ed assistenti, con retribuzione media annua inferiore a 25 mila euro l’aumento netto mensile sarà di 54,80 euro. Con il taglio precedente arriveranno quasi a 96 euro. I secondi, che guadagnano 29.258 euro l’anno, avranno 61,60 euro in più e 93 euro di beneficio totale. Nelle agenzie fiscali l’aumento netto mensile in busta paga sarà di 64 euro. I maggiori beneficiari del taglio saranno infermieri e insegnanti. Per chi ha una retribuzione media di 29.834 euro l’aumento mensile sarà di 58,50 euro e il beneficio complessivo sarà di 91,2 euro. Per circa 530 mila dipendenti della sanità, che in media hanno una retribuzione di 31.623 euro, l’aumento netto mensile sarà di 59,4 euro. E quello totale di 89,10 euro. I dipendenti degli enti pubblici non economici, come l’Inps e l’Inail, dove le retribuzione medie sono più elevate (ma comunque inferiori a 35 mila euro) l’aumento netto mensile delle buste paga sarà di 64,9 euro. Quello totale sarà di 97,4 euro netti mensili.

I precedenti

Prima di Meloni i lavoratori avevano già visto un taglio del cuneo del 2% da parte del governo Draghi. L’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce aveva però ridotto anche l’Irpef, con una manovra da circa 7-8 miliardi che aveva portato da cinque a quattro le aliquote previste. A questo aveva inizialmente aggiunto un taglio dello 0,8% del cuneo fiscale (finanziato con 1,2 miliardi) rimpolpato con un altro miliardi con il decreto Aiuti Bis. Totale 9-10 miliardi. Un alleggerimento fiscale, quello del governo Draghi, che vale quindi circa 15-16 miliardi calcolando anche l’assegno unico. Il governo Conte II ha invece aumentato a 100 euro mensili per i redditi fino a 26.600 euro lordi il bonus di Renzi, con un decalage fino a 40mila euro. Il provvedimento, valido solo per la seconda metà del 2020 è stato poi reso strutturale con la legge di Bilancio successiva. L’estensione era costata 3 miliardi nel 2020 e 5 miliardi nell’anno successivo.

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