Plusvalenze Juventus, cosa succede con la penalizzazione: l’ipotesi sconto e il rischio di dover vendere i giocatori

I giudici del Coni non hanno toccato le motivazioni. Per i bianconeri si prospetta la rinuncia alle coppe. E ai calciatori con stipendi più alti

Penalizzazione sì, ma ridotta. Forse nove punti. Ma presto si muoverà anche la Uefa. Estendendo la squalifica a due o tre stagioni. Le motivazioni con cui il Collegio di Garanzia del Coni ha annullato i 15 punti inflitti dalla Figc per le plusvalenze aprono uno squarcio di speranza per i bianconeri. Mentre la società continua a chiedere lo spostamento del processo penale da Torino a Milano. Ma i giudici sono stati chiari su un punto: la revocazione è legittima. Perché i fatti costituiscono una violazione ai fini disciplinari. E soprattutto: l’impianto motivazionale è solido. Perché è stata dimostrata «l’esistenza di comportamenti non corretti “sistematici e ripetuti”». Che sono «frutto di un disegno preordinato». Da qui la necessità di «irrogare una sanzione severa».


La penalizzazione

A spiegare la robustezza delle tesi della Figc è stato ieri l’avvocato sportivo Cesare Di Cintio, contattato dall’agenzia di stampa Ansa. «Il Collegio di Garanzia ha svolto una analisi molto approfondita sul ruolo degli amministratori della Juventus, distinguendo la posizione di quelli con deleghe operative da quelli senza specifiche deleghe. Ciò significa che la posizioni di questi ultimi dovrà essere vagliata dalla Corte Federale che, quindi, potrà giungere ad una pronuncia di colpevolezza solo se sarà in grado di motivarne la responsabilità», ha detto Di Cintio. E quindi «se da un lato il Collegio ha respinto i ricorsi degli amministratori con deleghe poiché ha ritenuto sufficientemente motivata la decisione, con conseguente individuazione della sanzione per il club, da un altro, ha accolto i ricorsi per carenza di motivazione degli amministratori non operativi. Tutto ciò lascia spazio a una differente valutazione in termini di sanzione complessiva, che potrebbe risultare contenuta rispetto alla decisione impugnata».


I -9 di Chiné

Secondo le previsioni la Corte potrebbe tornare alla richiesta dell’accusa. E quindi dare alla Juventus i nove punti di penalizzazione che voleva il procuratore Chiné. Ma in ogni caso la penalizzazione dovrebbe essere afflittiva. Dovrebbe cioè far perdere ai bianconeri uno dei loro obiettivi stagionali. Ovvero la qualificazione alle coppe europee, che porta denari freschi nelle casse dei club. I bianconeri dal loro punto di vista possono sperare di spostare la penalizzazione nella prossima stagione. Ma con il nuovo codice di giustizia sportiva, fa sapere oggi Il Fatto, la Corte convocherà l’udienza entro maggio. E il verdetto arriverà probabilmente già in quel mese. La Juve potrà fare di nuovo ricorso. Ma nel frattempo la Figc avrà già comunicato alla Uefa i posti in Champions e in Europa League.

Il cosa e il quanto

Il Corriere della Sera spiega oggi che il punto non è quindi il cosa ma il quanto. E la riduzione potrebbe anche non essere così cospicua. Quello che andrà rivisto, pronostica il quotidiano, è l’apporto concreto dei dirigenti senza potere di firma. Perché per loro i ricorsi sono stati accolti. Approfondire il loro apporto può avere un effetto-domino sulla penalizzazione, è il ragionamento. Ma quanto ha inciso la valutazione delle responsabilità dei dirigenti “minori” nel -15 comminato dalla Figc? Con meno dirigenti coinvolti ci dovrebbero essere in teoria meno punti di penalità. Ma se si è arrivati al -15 per il comportamento di dirigenti come Andrea Agnelli, allora lo sconto sarà minimo.

La Juve e l’Europa

Ieri sul Fatto Quotidiano invece Paolo Ziliani segnalava un altro pericolo. I bianconeri sono la società che in Serie A spende di più per gli stipendi. E ha un parco giocatori ragguardevole. Che senza le entrate delle coppe europee rischia di finire decimato. Anzi, di più. Dovendo la Juventus fare a meno per chissà quante stagioni della Champions League – che hanno garantito 80 milioni di entrate a bilancio negli anni precedenti – come farà a mantenere in rosa dodici giocatori che guadagnano dai 5 ai 10 milioni netti a stagione? Forse sarà costretta a venderli come successe all’epoca di Calciopoli, quando gli introiti diedero comunque ai bianconeri la forza per restare in piedi. Forse dovrà svenderli. Sempre a patto che trovi club disposti ad accollarsi quegli ingaggi.

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