Geppi Cucciari al Quirinale da Mattarella: «Ha un’agenda più impegnata dei Maneskin». Poi la battuta sull’armocromia – Il video

L’ironia della conduttrice in occasione della cerimonia di presentazione dei candidati in corsa ai David di Donatello 2023

«Grazie presidente, è sempre una grande emozione essere qui, in questa modesta magione, ampio cortile, molto luminoso, discreta armocromia e libero fra cinque anni. Presidente, lei, libero fra cinque anni, mancano cinque anni, quasi sei!». Geppi Cucciari porta la sua tagliente ironia alla cerimonia di presentazione dei candidati per il David Di Donatello 2023 al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella e della figlia Laura, davanti a una platea dove siedono, oltre ai rappresentanti istituzionali, i volti più noti e le eccellenze del cinema italiano. Il presidente Mattarella si sa, aveva «altri progetti», ma le cose sono andate diversamente rispetto a quanto desiderato. «Otto anni, sei governi, cinque presidenti del consiglio, 180 giri di consultazioni e una sola espressione: quella, la tenga», ha continuato Cucciari. Come sta tutto bene? – ha proseguito l’attrice e comica – No perché lei fa più giri dei Maneskin: sabato era a Londra per l’incoronazione di Re Carlo, che tra l’altro è un’ottimo spot per la nostra Repubblica, l’altro ieri Gianni Morandi al Senato, oggi qui con me: una discesa inarrestabile, guardi. Di questo passo, domani pomeriggio, mi inaugura una bocciofila a Ladispoli con Mastrota». E Cucciari, seguendo l’agenda degli impegni del Capo dello Stato prosegue, sempre rivolgendosi al Presidente della Repubblica: «No, stasera partite per la Norvegia: vedrà un altro re e nei suoi occhi vedo l’entusiasmo di chi si appresta a mangiare aringhe per tre giorni consecutivi».


«Comunque è bello ritrovarla dopo questi due anni, con questo incarico che lei ha accettato con grandissimo entusiasmo – ha continuato Cucciari -. Quando l’hanno rieletta aveva la mascherina, così non si è visto cosa ha detto sotto. E pensi, lei oggi poteva essere un uomo libero, cioè un pensionato, quello che avrebbe meritato: poteva essere a riposare, a giocare a bocce, a guardare i cantieri con le mani dietro la schiena, scuotendo il capo, il Capo dello Stato appunto. Lei si era anche portato avanti con i cantieri del Pnrr, cioè era per avere un sacco di cantieri da osservare, da vigilare. E invece niente: è ancora qui, al lavoro, per noi, con noi, con poco tempo per svagarsi e, invece di andare al cinema siamo stati costretti a portarlo tutto qua. Il cinema è qua per lei, da lei». Dopo l’intervento di Geppi Cucciari, il presidente Mattarella ha ironizzato sul «non facile compito» nel leggere le cinquine mettendo brio e umorismo, poi ricorda che «il cinema è immaginazione e storia, emozione e cultura, svago, sogno, libertà. È un patrimonio di professionalità e creazione artistica che ha generato sapere, percezioni condivise», ricordando come il cinema «»non si è fermato durante la pandemia» e che il settore dell’audiovisivo è un motore dell’economia nazionale» e «non bisogna avere paura dell’innovazione, ma occorre governarla: il cinema può acquisire nuovi format, senza però rinunciare a se stesso».


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