Cosa succede dopo la lite tra Meloni e Trudeau sui diritti Lgbt: «È un mercante di uteri». «Destra disumana»
Il botta e risposta tra Justin Trudeau e Giorgia Meloni sui diritti Lgbtq+ diventa l’argomento principale del G7 di Hiroshima sui giornali italiani. E mentre Nichi Vendola attacca la premier sulle famiglie arcobaleno dicendo che la destra usa il codice penale come il manganello, La Verità definisce il premier del Canada come «l’uomo che ha sequestrato i soldi ai suoi concittadini». E Libero pubblica una sua foto «travestito da nero» e dice che «permette la maternità surrogata». Anche se Trudeau in realtà parlava di tutt’altro nella sua critica alla presidente del consiglio italiana. La quale ha fatto sapere che l’affermazione del premier canadese è stata per lei «sorprendente». E che dopo le due battute si è passati rapidamente a parlare di altro.
La foto
Il retroscena de La Stampa che racconta l’incontro in effetti registra la sorpresa di Meloni. Anzi, quasi il suo “straniamento” nei confronti di un attacco che non si aspettava. «Il Canada è preoccupato da alcune posizioni che l’Italia sta assumendo in merito ai diritti 2SLGBTQI+», è stata la frase di Trudeau riportata dalle fonti ufficiale. La presidente del Consiglio si volta verso la delegazione, accenna una smorfia, spiazzata. Poi la risposta: «Il governo sta seguendo le decisioni dei tribunali. E non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni». Una risposta definita come “timida”. Perché la premier sa che l’esecutivo è attualmente allineato in Europa soltanto con paesi come la Polonia e l’Ungheria. Mentre gli alleati storici dell’Italia sono tutti lontani dalle sue posizioni. E l’europarlamento ha ammonito il suo governo sulle scelte che limitano i diritti civili per gli omosessuali.
Le trascrizioni e la maternità surrogata
Nel mirino del Canada infatti c’è proprio quella circolare del Viminale sulla sospensione delle registrazioni dei figli delle coppie omosessuali. Criticato da Beppe Sala a Milano così come da altri sindaci in giro per lo Stivale. Un divieto che alcuni sindaci hanno anche esplicitamente violato. Ma, spiega il retroscena, nel mirino di Trudeau c’era anche la definizione di business per la maternità surrogata. E quella di «schiavitù del terzo millennio», che viene direttamente dalla premier. Anche perché nel conflitto tra le autocrazie e le democrazie analizzata ieri dal premier Kishida all’apertura del G7 la differenza la fanno (anche) i diritti degli omosessuali. Il botta e risposta non era in programma, ha fatto sapere la delegazione italiana. «Non era questo il contesto e non era programmato che se ne parlasse», ha fatto filtrare Meloni. Forse per spiegare il volto sorpreso registrato nelle foto.
Nichi Vendola
Sul botta e risposta tra Meloni e Trudeau oggi parla Nichi Vendola. Che nell’intervista rilasciata a Flavia Amabile per La Stampa va all’attacco della premier: La Meloni è il capo di un partito post-fascista, perfettamente integrato nell’orizzonte bellicista dell’Occidente, ma estraneo alla sua cultura liberal-democratica. Non è solo questione di diritti della comunità Lgbt. A Cutro abbiamo visto trasformare la disumanità in legge, i migranti trattati come residui da smaltire. Abbiamo imparato che c’è il diritto di non abortire, che significa semplicemente regredire alla vergogna degli aborti clandestini, come sta accadendo. Abbiamo sentito che i giovani vanno educati con l’umiliazione. Il rave, mica il clima, è stato dichiarato emergenza nazionale. Insomma, i giovani, le donne, i gay: tutti corpi di reato. E, come è noto, i Fratelli d’Italia sono i cugini di Orban, di Bolsonaro, di Trump».
Lanciare il sasso e nascondere la mano
Per l’ex presidente della Regione Puglia «Giorgia è brava a lanciare il sasso e nascondere la mano. Solo che il gioco non le riesce quando gioca fuori casa. Qui, con i “ragazzi del coro” sempre pronti a intonare il “Dio, patria e famiglia” del tipico repertorio oscurantista, ogni giorno si avvelena il clima, si degrada il linguaggio. Per loro la complessità sociale e persino la complessità della vita sono questioni di ordine pubblico. C’è puzza di polizia morale. Il loro manganello è il codice penale».
«Un buffone che vuole dare lezioni all’Italia»
Sull’altra sponda c’è invece Libero. Che pubblica una foto di Trudeau con la blackface e lo definisce come un buffone che vuole dare lezioni all’Italia: «perché Trudeau, dopo aver liberalizzato la vendita e l’uso delle droghe leggere ha legalizzato pure l’utero in affitto trasformando il Canada in un super market internazionale frequentato da clienti che arrivano da tutto il mondo per comperare bambini freschi di giornata». E conclude così: «Questo però non basta a chi pretende di vivere in una società liquida senza identità, cioè in un mondo virtuale. Non è questione di lana caprina, come potrebbe apparire, qui stiamo parlando della sostanza della nostra civiltà – la maternità naturale- che verrebbe scardinata se al posto di Giorgia Meloni un domani dovesse esserci Elly Schlein. Elettori avvisati mezzi salvati».
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