Francesco Pionati e Gigi Marzullo, ecco la Rai nata con De Mita che ha attraversato indenne le Repubbliche

Entrambi fecero carriera aiutati dall’appartenenza politica al partito allora dominante (la Dc), ma sono poi sopravvissuti a mille stagioni politiche

Se c’è una sorpresa arrivata un po’ in sordina nel nuovo giro delle nomine Rai è quella del nuovo direttore del giornale radio, Francesco Pionati. Che le prime ricostruzioni giornalistiche attribuiscono a scelta del leader della Lega, Matteo Salvini. Anche se in realtà Pionati, che per lunghi anni ha fatto il politico a tempo pieno, ancora oggi siede sia nell’ufficio di presidenza che nel comitato direttivo di Noi con l’Italia, il piccolo partito di centrodestra guidato da Maurizio Lupi. Ma la sorpresa di questa nomina viene da una data – il 1983 – che è quella in cui Pionati entrò in Rai in contemporanea ad un altro giornalista un po’ più anziano di lui: Gigi Marzullo. Entrambi fecero rapidamente carriera aiutati dall’appartenenza politica al partito allora dominante (la Democrazia Cristiana) e dall’amicizia di famiglia con il leader allora di quel partito, Ciriaco De Mita. Dopo 40 anni vedere ancora lì in Rai in posizioni di rilievo due demitiani che hanno attraversato legislature e Repubbliche restando sempre in piedi, è un caso quasi unico anche nella tv di Stato.


Certo le storie sono diverse. Pionati ha attraversato non solo le Repubbliche, ma anche i partiti che le animavano dalla prima linea del fronte, avendo fatto sia il senatore che il deputato oltre che il leader politico nella sua Campania. Ha seguito la tradizione democristiana da cui veniva militando a fianco di Pierferdinando Casini, e poi è diventato un dirigente di Forza Italia con un ruolo decisivo ricoperto nella famosa operazione “responsabili” che il 14 dicembre 2010 salvò Silvio Berlusconi e il suo governo dalla spallata tentata da Gianfranco Fini. Da lì è tornato in area centrista, finendo appunto con il nuovo movimento di Lupi. In Rai è tornato nel 2013, ed è la prima volta che diventa direttore di una testata.


Marzullo da qualche anno è in pensione come dirigente della tv di Stato, ma non ha mai smesso di condurre a tarda notte il suo Sottovoce che va in onda sulla prima rete Rai in quella che si chiama terza serata ininterrottamente dal 1988. In 35 anni ha cambiato talvolta solo il nome (Per fare Mezzanotte, Mezzanotte e dintorni), mai il canovaccio e soprattutto mai il conduttore. Qualche volta Marzullo è diventato in Rai qualcuno di più importante. La prima volta quando Flavio Cattaneo nel 2003 fu nominato direttore generale della Rai Marzullo divenne gli fece da guida sia in viale Mazzini che nella capitale che lui non conosceva. La seconda volta dieci anni dopo, nel 2013, quando un altro direttore generale – Luigi Gubitosi – lo nominò prima capo struttura notte e poi capo struttura cultura di Rai Uno.

Un giorno chiesi a Marzullo come faceva a passare indenne attraverso tanti ribaltoni Rai. E lui mi rispose sorridendo: «Resto indenne perché la mia trasmissione è troppo tardi. Quando cambia un consiglio di amministrazione Rai inizia a cambiare i direttori dei Tg, poi quelli delle reti, poi tocca a programmi e conduttori. Bisogna cambiare o confermare quelli del mattino. Poi è la volta di quelli del pomeriggio, poi si mette mano al preserale, poi al serale. Poi alla seconda serata…». E lì lo anticipai: «Poi allora deve toccare al tuo programma…». Risposta di Marzullo: No, troppo tardi. «A quel punto cambiava già consiglio di amministrazione, e la giostra ricominciava. Non restavano mai in carica abbastanza per arrivare al mio programma…».

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