Napoli, D’Alema e Profumo indagati e perquisiti dalla Digos per la vendita di navi e aerei militari alla Colombia

L’indagine coinvolge anche Fincantieri e Leonardo

Sono indagati dalla procura di Napoli l’ex primo ministro Massimo D’Alema e l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo per la vendita di navi e aerei militari alla Colombia. Nella mattinata di oggi – martedì, 6 giugno – sono partite le perquisizioni della Digos per tutti gli indagati tra cui anche Giuseppe Gordo, ex direttore generale di Fincantieri. La sezione reati economici della Procura di Napoli contesta agli indagati, 8 in tutto, il reato di corruzione internazionale aggravata. La forma aggravata viene contestata, in quanto il reato sarebbe stato commesso con l’ausilio di un gruppo criminale organizzato attivo in diversi Stati, tra cui Italia, Usa, Colombia e altri Paesi. I fatti contestati risalgono a una data prossima al 27 gennaio 2022.


Si legge nelle carte della Procura: «I soggetti indagati si sono a vario titolo adoperati quali promotori dell’iniziativa economica commerciale di vendita al governo della Colombia di prodotti di aziende italiane a partecipazione pubblica Leonardo. In particolare aerei M 346 e Fincantieri in particolare Corvette, piccoli sommergibili e allestimento cantieri navali al fine di ottenere da parte delle autorità colombiane la conclusione degli accordi formali e definitivi aventi ad oggetto le descritte forniture ed il cui complessivo valore economico ammontava oltre 4 miliardi di euro». L’intera vicenda fu raccontata in più puntate da Giacomo Amadori su La Verità nel marzo 2022. Per quello scoop non fu riconfermato dal governo Draghi al suo posto l’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono.


Il decreto di perquisizione

Figura tra le persone coinvolte nella corruzione internazionale anche Marta Lucia Ramirez, già ministro degli Esteri e vice presidente della Colombia. A Ramirez, l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe dovuta essere corrisposta, in maniera occulta, una parte dei 40 milioni di euro promessi per presunte agevolazioni nel conseguimento di una commissione miliardaria. Secondo il decreto di perquisizione: «Francesco Amato ed Emanuele Caruso operavano quali consulenti per la cooperazione internazionale del ministero degli Esteri della Colombia tramite Giancarlo Mazzotta riuscivano ad avere contatti con Massimo D’Alema il quale per il curriculum di incarichi anche di rilievo internazionale, rivestiti nel tempo si poneva quale mediatore informale nei rapporti con i vertici delle società italiane, ossia Alessandro Profumo quale amministratore delegato di Leonardo e Giuseppe Giorgio quale direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri. Tale operazione era volta a favorire e ottenere da parte delle autorità colombiane la conclusione degli accordi formali e definitivi aventi ad oggetto le descritte forniture e il cui complessivo valore economico ammontava oltre 4 miliardi di euro.  Per ottenere ciò offrivano e promettevano ad altre persone il corrispettivo illecito della somma di 40 milioni di euro corrispondenti al 50% della complessiva provvigione di 80 milioni di euro». A essere coinvolti, oltre a Ramirez, sono anche: «Edgardo Fierro Flores capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia, German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto delegati della commissione del Senato colombiano».

Il legale di D’Alema: «Massima collaborazione»

L’ex primo ministro D’Alema ha fornito la «massima collaborazione all’autorità giudiziaria». Lo ha riferito il suo legale, Gianluca Luongo secondo il quale «sarà dimostrata la più assoluta infondatezza dell’ipotesi di reato a suo carico». L’avvocato ha inoltre confermato che stamattina – martedì 6 giugno – è stata eseguita una perquisizione informatica, da parte della Procura di Napoli, «in merito alla vendita, poi non conclusa, di navi e aerei, da parte di Fincantieri e Leonardo, al governo colombiano», ha concluso Luongo.

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