Milan, Leonardo difende Maldini: «Cardinale non ha rispetto per la storia. Gli algoritmi? Li usiamo tutti»

L’ex giocatore, allenatore e dirigente: «Il bilancio è a posto e ha vinto uno scudetto, è incredibile»

Leonardo Nascimento de Araújo al Milan è stato tutto. Ha fatto il giocatore, l’allenatore e il dirigente. Oggi, dopo aver concluso il rapporto con il Paris Saint-Germain, parla dell’addio di Paolo Maldini e della nuova era promessa da Gerry Cardinale. Senza esprimere troppo entusiasmo, anzi. Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera premette di voler parlare «con rispetto perché il Milan durante tutta la mia carriera mi ha dato più di quanto io abbia potuto dare al club». Ma poi nel colloquio con Monica Colombo va giù duro. Anche sul Moneyball: «Sembra che la nuova frontiera sia l’acquisto dei giocatori attraverso i numeri e gli algoritmi, ma guardi che non è una novità. A questa metodologia si è sempre fatto ricorso negli ultimi anni, anche quando c’ero io».


I risultati e il bilancio del Milan

Ma non solo su questo. Su Maldini dice che «è assurdo affermare che non sappia operare in team. Lo ha fatto per tutta la vita con umiltà, anche con me quando in una situazione normale avrei dovuto essere io il suo secondo». Invece, spiega Leonardo, la sua era un’autonomia molto limitata: «Come me all’epoca, non aveva il potere di firma. Non è che si svegliava la mattina e comprava un giocatore in autonomia. Gli acquisti sono sempre stati il frutto di una decisione congiunta. Su alcuni talenti emergenti, che avevamo segnalato, era stato messo il veto». Per Leonardo tutto il mondo del calcio è attonito «per la modalità dell’addio e per le motivazioni. Il Milan negli ultimi due anni ha vinto uno scudetto e ha raggiunto una semifinale di Champions. Da oltre un decennio la società non chiudeva il bilancio in utile e ora lo sta per fare, senza contare che il valore complessivo del Milan, da quando Elliott è subentrato ai cinesi a oggi, è quadruplicato».


I giovani e Redbird

Fra i motivi di attrito ci sono i giovani. RedBird vuole acquistarli per favorire il player trading. Maldini invece preferisce uomini di esperienza. «Mi pare che tutti all’interno della società siano d’accordo nell’affermare che il contributo di Ibrahimovic, Kjaer e Giroud sia stato decisivo nei successi del club». D’altro canto l’acquisto di De Ketelaere «non è stato ancora azzeccato. Ma ha 21 anni. E poi è un’operazione di tutti, come di tutti sono stati Leao, Theo Hernandez, Maignan». Per chi è milanista la decisione di cacciarlo «è una mancanza di rispetto verso sé stesso, perché Maldini è il Milan. Questa decisione crea disamore».

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