Silvana De Mari condannata in Cassazione per diffamazione del Pride e dei movimenti Lgbtq+

Il risarcimento del danno devoluto alle associazioni per i diritti civili

Dopo l’Ordine dei Medici è la volta della Corte di Cassazione. I supremi giudici hanno condannato in via definitiva l’ex dottoressa Silvana De Mari per diffamazione nei confronti dei movimenti Lgbtqia+. A farlo sapere è il Coordinamento Torino Pride, che aveva proposto la querela e si era costituito parte civile. «I giudici hanno riconosciuto la legittimità in capo al Coordinamento della rappresentanza dei movimenti Lgbtqia+. Confermata anche la condanna di Silvana De Mari al pagamento di una somma provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti del Coordinamento quale risarcimento del danno già provato nel giudizio penale. Sabato al Torino Pride festeggeremo questa importante sentenza, seppur senza l’importante aggravante che ci sarebbe stata con una legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-intersex-a-fobia».


Il risarcimento, spiegano dal Torino Pride, sarà in parte devoluto a tre diverse realtà: al ToHousing, gestito che si occupa di persone Lgbtqia+ senza fissa dimora. «Perché spesso cacciate di casa dalle proprie famiglie, o recentemente fuggite dalla guerra in Ucraina. Perché alla propaganda d’odio rispondiamo con l’accoglienza della comunità. E alle compagne e compagni di XR e Non Una di Meno come piccolo fondo per la copertura delle spese legali. Perché chi tenta di zittirci trovi in risposta la forza della rete, e infine, guardando lontano, alle realtà che organizzano i Pride in quei paesi dove è più difficile. Affinché sappiano che la nostra comunità non ha frontiere». De Mari è una No vax e negli anni ha pubblicato diverse “teorie” sui vaccini. Dall’Ordine dei medici era stata sospesa insieme ad altri 95 medici torinesi. Tutti non avevano voluto vaccinarsi contro Sars-CoV-2.


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