Trentino, tre orsi trovati morti in meno di due mesi. Gli animalisti chiedono le autopsie: «C’è chi vuole risolvere il problema con la violenza»

Due associazioni, Enpa e Aidaa, si sono rivolte alla procura di Trento per chiedere spiegazioni: «Questi ritrovamenti sono un’anomalia, si indaghi sul possibile coinvolgimento umano»

La prima volta può trattarsi sicuramente di una coincidenza. La seconda volta, pure. Alla terza, però, cominciano a farsi largo i primi sospetti. Ieri a Cadevago, in Trentino-Alto Adige, è stata segnalata la presenza del cadavere di un orso. È la terza morte misteriosa in meno di due mesi e secondo le associazioni ambientaliste non si tratta di un caso. Oggi l’Associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Aidaa) ha inviato un esposto alla procura di Trento per chiedere di aprire «un’inchiesta sul possibile coinvolgimento umano nella causa delle morti dei tre orsi». Ad annunciarlo è la stessa associazione, che chiede ai pm di «acquisire i risultati autoptici degli esami eseguiti sulle tre carcasse degli orsi trovati morti in zone dove in passato non erano mai scomparsi orsi». Il sospetto è che nell’area siano state piazzate alcune esche velenose, «come dichiarato da diversi testimoni, tra cui un pastore ed il titolare di un rifugio», aggiunge l’Aidaa in una nota.


Ieri 17 giugno a sollevare l’allarme – e a muovere le stesse accuse – è stato anche l’Ente nazionale protezione animali (Enpa), che ha presentato una denuncia contro ignoti alla procura di Trento. «Il fatto che tre animali siano deceduti nell’arco di 50 giorni – fa sapere l’associazione in una nota – rappresenta indubbiamente un’anomalia, che potrebbe avvalorare l’ipotesi di un gesto doloso. D’altro canto, malgrado le nostre ripetute sollecitazioni a raffreddare gli animi, sono mesi che istituzioni, politica e associazioni di categoria estremiste soffiano sul fuoco dell’intolleranza e dell’allarmismo contro la fauna selvatica». Di fronte a questa situazione, continua l’Enpa, «non ci stupiremmo se qualcuno potesse aver perso la testa e deciso di affrontare con la violenza il tema della convivenza con gli orsi, i lupi e con le altre specie selvatiche». Da qui, dunque, la richiesta rivolta dall’associazione alle autorità locali: «intensificare i controlli anti-bracconaggio sul territorio».


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