Ue, la «zarina» Vestager si candida alla guida della Bei e complica i piani dell’Italia: strada in salita per Daniele Franco

L’ex ministro dell’Economia di Mario Draghi era sin qui dato per favorito per il prestigioso incarico: in autunno la decisione dei 27 governi Ue

Manca poco meno di un anno alle elezioni europee del 2024, che segneranno il rinnovo di tutte le principali cariche politiche dell’Ue, all’insegna – forse – di nuovi equilibri politici. Dal Parlamento europeo alla Commissione, dall’Alto rappresentante per la politica estera al Consiglio europeo, sono tante le posizioni di vertice che andranno riassegnate. I giochi ad alto livello di complessità sono appena agli inizi – curriculum, appartenenza politica, nazionalità, equilibrio di genere sono tutti fattori da tenere in conto per le nomine – ma c’è una posizione al confine tra l’ambito politico e quello finanziario che andrà riassegnata prima delle altre, e su cui l’Italia ha da tempo messo gli occhi per un suo “pezzo da novanta”. Quella di presidente della Banca europea degli investimenti, l’istituzione finanziaria multilaterale più «pesante» al mondo con un bilancio da 550 miliardi di euro. Il mandato di Werner Hoyer, che guida l’istituzione finanziaria Ue da 11 anni, scade il prossimo dicembre e a Lussemburgo dovrà andare un dirigente con esperienza europea altrettanto preparato sui dossier economici.


Nelle scorse settimane, il governo Meloni ha ufficializzato la candidatura di Daniele Franco, l’ex direttore generale della Banca d’Italia divenuto ministro dell’Economia di Mario Draghi, del quale per alcune settimane si era anche vociferato potesse prendere il posto alla guida del governo se l’ex n° 1 della Bce fosse salito al Quirinale. Fantapolitica rimasta tale, e Franco ha così mantenuto sino all’ultimo il profilo del civil servant prestato alla politica, ora a disposizione per nuovi incarichi di prestigio. Anche al di fuori del Paese. Scrive il Financial Times che l’ex ministro di Draghi era considerato sino ad oggi il favorito per la guida della Bei. Sino ad oggi però, appunto, perché lo stesso quotidiano londinese ha diffuso la notizia della discesa in campo proprio nelle scorse ore di un altro «peso massimo» della politica europea per quell’incarico: la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager.


La regina dell’antitrust Ue

Danese, 55 anni, Vestager ricopre il ruolo di commissaria Ue alla Concorrenza dal 2014, e in tale veste si è ritagliata un profilo pubblico internazionale come «zarina» dell’antitrust, capace negli anni di guidare indagini di mercato finite con sanzioni pesanti contro tutti i più grandi colossi dell’economia digitale – da Google a Amazon, da Apple a Facebook. È di appena 6 giorni fa l’ultima «minaccia» lanciata dalla commissaria danese a Google al termine di una lunga indagine del suo dipartimento, quella di «spezzettare» la società-madre Alphabet nella parte relativa alla gestione del business della pubblicità per sospetta distorsione della concorrenza. Presentata oggi formalmente dal governo danese, insomma, quella di Vestager alla guida della Bei è una candidatura pesante, che rischia di mettere in ombra la corsa di Franco. Né l’interessata nasconde di ambire appassionatamente al nuovo incarico: «Lieta che il governo danese abbia avanzato la mia candidatura a presidente della Bei, confermo la mia disponibilità per la valutazione, in attesa del processo di selezione della banca e dei prossimi step», ha scritto in una nota Vestager.

L’iter di selezione e gli altri candidati

A destinare il nuovo boss della Bei – che distribuisce finanziamenti imponenti a sostegno di una vasta gamma di progetti di sviluppo economico dell’Ue – sono i governi dei 27 Stati membri. Secondo Politico, è verosimile che i ministri delle Finanze prendano una decisione nella loro riunione informale del prossimo settembre: per consenso, se ve ne saranno le condizioni; oppure andando alla conta dei voti, se sarà necessario. Sul tavolo dell’Ecofin ci saranno allora diversi profili: oltre a Franco e Vestager, i rispettivi governi hanno sin qui avanzato le candidature di Teresa Czerwinska (polacca) e Thomas Ostros (svedese), entrambi al momento vicepresidenti della Bei. Mentre la vice prima ministra spagnola Nadia Calviño ha fatto sapere che Madrid annuncerà presto il suo candidato, e molti pensano potrebbe essere proprio lei. Al momento, comunque, si profila una corsa a due Franco-Vestager. Con quest’ultima, curriculum parte, con un asso in più nella manica: se venisse scelta diverrebbe la prima donna alla guida della Bei. E in quel caso, la Commissione resterebbe senza la sua responsabile di lungo corso per la Concorrenza con quasi un anno di anticipo rispetto alla fine del mandato dell’esecutivo, che scade formalmente nell’autunno 2024.

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