Matteo Renzi: «Su Prigozhin Biden non ha chiamato Meloni, la premier dovrebbe farsi sentire ora»

Il leader di Iv: sovranismo fa rima con provincialismo

Matteo Renzi dice che è grave che Joe Biden non abbia chiamato Giorgia Meloni nel giorno della ribellione di Prigozhin in Russia. Per questo la premier dovrebbe «farsi sentire e chiedere di essere coinvolta». Ma il sovranismo «fa rima con provincialismo». Mentre lo spazio che si apre ora con Vladimir Putin in Russia «va colto». E L’Unione Europea deve far entrare l’Ucraina il prima possibile. «Roma torni protagonista in politica estera, anziché scappare come sul Mes». E il ministro degli esteri Antonio Tajani deve «pensare di più alla Farnesina e di meno a Forza Italia».


Protocollo e galateo

Renzi parla oggi in un’intervista a Repubblica. Nel colloquio con Concetto Vecchio dice che vuole evitare giudizi affrettati su Prigozhin: «La politica estera non si fa con i tweet. «E per capire cosa stia accadendo davvero in Russia ci vorrà tempo. Ma la debolezza di Putin è oggettiva. E clamorosa». L’Italia, invece «dovrebbe esserci e invece sono colpito dalla mancata telefonata di Biden a Giorgia Meloni. Ha chiamato Sunak, Scholz e Macron ma non la nostra premier. È una pessima notizia per l’Italia. Da ex premier so che gli Usa quando chiamano interpellano i quattro paesi europei del G7, stavolta l’Italia è rimasta fuori. Non è un fatto di protocollo o di galateo. L’ordine mondiale si sta dissolvendo, e noi rischiamo di restare alla finestra».


Meloni dovrebbe farsi sentire

Meloni, invece, dovrebbe «farsi sentire, chiedere di essere coinvolta. Qui parliamo di Santanchè e di Minenna, questioni di serie B rispetto al nostro destino nel mondo. Il sovranismo purtroppo fa rima con provincialismo». Mentre il Pd non ha una linea sulla politica estera: «O meglio, Schlein ne ha due. Linea Guerini o linea Provenzano?». Cosa succede in Russia, invece, «non lo sa nessuno purtroppo. Chi contesta Putin, come noi, tuttavia non può tifare per i mercenari della Wagner, autentici criminali responsabili dei più grandi massacri non solo in Ucraina, ma anche in Africa». Per Renzi «occorre un’iniziativa diplomatica vera. Finora l’hanno presa il Vaticano, con Zuppi, e la Cina. Gli Stati Uniti hanno tutto l’interesse a negoziare con Putin debole, che è comunque più affidabile di un macellaio come Prigozhin».

L’iniziativa dell’Ue

Per Renzi ora è tempo di un’iniziativa di Bruxelles: «Armare Kiev è giusto, deve servire ad arrivare alla pace. E all’ingresso dell’Ucraina in Ue prima possibile. Su questi temi serve l’iniziativa politica anche dell’Italia. Roma torni protagonista in Europa anziché scappare con patetici rinvii come quello sul Mes». Di questa guerra «ci abbiamo capito poco tutti. Ma era nel giusto chi come noi ha sempre sostenuto l’Ucraina. Contro l’invasore Putin. E contro gli invasati come gli Orsini e i Travaglio. Presenteremo una interrogazione in Vigilanza per sapere se gli amici nostrani di Putin, che prevedevano la vittoria schiacciante di Mosca, hanno ricevuto soldi dalla Rai per le loro tesi deliranti».

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