Edward Luttwak: «Vi spiego perché Prigozhin ha ragione su Putin e come finirà la guerra in Ucraina»

Il politologo americano: il capo della Wagner ha fatto un’azione sindacale

Il politologo americano Edward Luttwak dice che la “rivolta” di Wagner non è un mistero. «Che cosa è successo? Basta riascoltare quello che Prigozhin diceva da mesi. Voleva che Putin sostituisse il ministro della Difesa Shoigu e il capo di Stato maggiore Gerasimov». E l’esperto ce l’ha con tutti: «Quindi mi fa ridere che l’intelligence americana dica adesso che sapeva che Prigozhin stava preparando il golpe. Lo hanno detto pubblicamente per settimane!». E ancora: «Prigozhin ha solo chiesto a Putin di sostituire gli incapaci. Lo scandalo non era che la guerra fosse andata male, all’inizio, è successo così anche nel ’41, perché quando metti i fedelissimi e non i competenti a comandare cosa puoi aspettarti? Prigozhin era scioccato che Putin non li rimpiazzasse. E ha fatto un’azione sindacale, tipo cortei dei postini o dei ferrovieri, non come la marcia di Mussolini su Roma. Alla presa di Rostov sul Don abbiamo visto gente che passeggiava tra i carri armati mangiando gelato. Ma il colpo di Stato si fa di notte e di nascosto, non si annuncia per mesi e mesi…».


L’azione sindacale

Secondo Luttwak, che parla in un’intervista a Il Messaggero, «Prigozhin non può essere condannato. È un patriota russo che vuole che la Russia vinca la guerra. Ed è il capo di un’azienda che si chiama Wagner. È immaginativo, abile, ed è stato efficace in Libia e in Mali. Ha perfino scalzato i francesi. Lukashenko non conta, è malato, non è stato neppure lui a fare la mediazione ma qualcuno per lui. Se Putin non caccia Shoigu e Gerasimov, questa guerra continuerà a essere una distruzione lenta di tutta la forza che rimane alla Russia. Gli ucraini non possono fare la marcia su Mosca, né i russi su Kiev… Nel febbraio 2022 dissi pubblicamente che i russi avrebbero fallito, mentre la Cia voleva evacuare Zelensky». Shoigu, invece, «non sa comandare un plotone di 30 uomini. È un ignorante e continua a fare errori enormi. E Gerasimov? A lui si deve il fallimento della prima notte. Pensava di combattere la guerra del futuro…».


La fine della guerra

Nel colloquio con Marco Ventura c’è infine spazio per un pronostico su come finirà la guerra in Ucraina: «Lo sanno tutti. Con i referendum in Lugansk e Donetsk. Sperando che qualcuno non si ricordi della Crimea. Sebastopoli è la città più russa che ci sia, non è neanche una città ma una base navale. Però con questa guerra gli ucraini sono diventati una nazione, come Atene e Israele, Stati piccoli che hanno sconfitto i giganti, e ne hanno tratto energia per secoli. L’Ucraina, alla fine della guerra, sarà piena di culle».

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