Sgarbi sulla polemica del Maxxi: «Intollerabile. Allora censuriamo Pasolini e Battisti?»

Nel suo intervento il sottosegretario alla Cultura si è reso protagonista di sproloqui, frasi sessiste e volgarità

Una «censura intollerabile». Di questo, secondo il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, è figlia la polemica riguardo il suo intervento nella serata inaugurale dell’Estate al Maxxi, il museo delle arti del 21esimo secolo di Roma. Il critico d’arte – che intervistato dall’amico Morgan si è lasciato andare a una serie di commenti che hanno sconfinato nella volgarità e nel turpiloquio – è appunto sotto attacco in queste ore per le parolacce ed espressioni sessiste utilizzate lo scorso 21 giugno. Il sottosegretario alla Cultura non ci sta, e definisce il tutto «un’azione intimidatoria inventata da alcuni dipendenti che hanno sollevato uno scandalo che non esiste, a ben dieci giorni di distanza da una serata accolta da applausi e divertimento».


Calenda e le dimissioni

A chi ne invoca le dimissioni, il critico d’arte risponde di non «pensarci affatto». Il presidente del Maxxi, Alessandro Giuli, a cui alcuni dipendenti del museo si erano rivolti vergognandosi dell’intervento di Sgarbi, ma per il sottosegretario «non c’entra nulla, sono responsabile di quello che ho detto e l’ho detto in totale libertà». E ancora: «Era uno spettacolo con due attori, uno che faceva le domande, Morgan, e l’altro che rispondeva, io. Morgan mi ha chiesto quante donne avevo avuto e ho risposto, citando poi il discorso di Houellebecq per la laurea honoris causa. Ho parlato della prostata e del mio cancro. È libertà di parlare. Allora censuriamo Petrolio di Pasolini, Houellebecq, Dieci ragazze per me di Battisti, Mozart, Lorenzo da Ponte o chiediamo a Manzoni di ritirare Merda d’artista, uno dei capolavori del ‘900? Non capisco di cosa parli Calenda [che ha definito il discorso «una vergogna», ndr] o chi come lui polemizza. È una strumentalizzazione ridicola, non ho mai letto niente di più idiota».


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