Scoppia la pace fra i Berlusconi jr e John Elkann. Ora Gedi paga i diritti tv non saldati dai De Benedetti

Non si conosce la cifra corrisposta, ma qualche indizio lo rivelano le note sui rischi legali nel bilancio 2022 di Gedi

Con una transazione avvenuta qualche settimana fa si è chiusa la guerra dei diritti tv fra il gruppo Gedi e RTI-MFE, ed è finalmente pace fra i Berlusconi jr e John Elkann. Secondo quanto risulta a Open infatti Gedi ha pagato quanto concordato a RTI-MFE, con l’impegno di entrambi i contendenti alla riservatezza sul valore economico del patto. L’utilizzo secondo i Berlusconi illegale di brani tratti dalle trasmissioni di Mediaset ora divenuta MFE aveva scatenato una serie di cause giudiziarie, che hanno visto soccombere sempre Gedi, le cui violazioni del diritto d’autore risalivano all’epoca in cui il gruppo era controllato dalla famiglia De Benedetti. Non si conosce l’entità della cifra corrisposta, ma per capire l’ordine di grandezza basta leggere le note sui rischi legali in corso riportato nel bilancio consolidato Gedi del 2022, dove si spiegava che «nell’ambito di un procedimento giudiziario notificato il 31 marzo 2021 e relativo alla violazione del diritto d’autore contestata a GEDI in relazione a brani audiovisivi estratti dai Programmi RTI, l’autorità competente ha disposto il pignoramento di una somma pari a €5.098.033,44 presso la cancelleria del Tribunale di Torino».


La transazione potrebbe essere avvenuta a sconto su quel pignoramento, ma potrebbe ricomprendere anche una somma a forfait da corrispondere a MFE per l’utilizzo concordato di quelle immagini sui siti di Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e delle varie testate del gruppo Gedi. E si è liberato comunque il bilancio della holding editoriale presieduta da John Elkann da un rischio legale piuttosto importante.


Resta invece ancora in sospeso la vicenda della presunta truffa all’Inps che Gedi avrebbe compiuto sempre sotto la gestione De Benedetti con i prepensionamenti dei poligrafici in 5 società del gruppo (Gedi spa, A. Manzoni&C spa, Elemedia spa, Gedi News Network spa e Gedi Printing spa). Nonostante i numerosi tentativi giudiziari di ottenerne il dissequestro o almeno la riduzione del valore, restano sequestrati preventivamente su decisione del Gip del Tribunale di Roma 38,9 milioni di euro «nell’ambito del procedimento penale n. 10410/18 RGNR». Gedi è accusata dello stesso tipo di reato di cui oggi è accusata Daniela Santanché cui si imputa di avere truffato l’Inps per 37 mila euro avendo fatto lavorare a rimborso spesa una dipendente del gruppo Visibilia per cui era stata ottenuta la Cassa integrazione Covid. L’ipotesi di truffa all’Inps è la stessa, ma l’importo di cui è accusata Gedi è 1.051 volte superiore a quello di cui è accusata la Santanché. Con la gestione Elkann però il gruppo editoriale ha accantonato a fondo rischi per questa causa buona parte della somma contestata: 22,6 milioni di euro.

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