«Ci vogliono clonare con l’AI». La paura degli attori che scioperano a Hollywood. «Ci scansionano una volta e ci usano per sempre»

Scioperano a migliaia gli attori e le attrici – soprattutto comparse – che rischiano di perdere il lavoro sostituiti da intelligenza artificiale e Cgi

Gli attori di Hollywood protestano (anche) per non essere clonati. Per questo si sono uniti allo sciopero degli sceneggiatori. Lottano contro lo stesso problema nella più grande mobilitazione degli ultimi 63 anni: il pericolo di essere sostituiti dall’intelligenza artificiale. La questione riguarda soprattutto gli attori meno noti e le comparse, che secondo le case cinematografiche californiane sarebbero sostituibili dalla tecnologia. «Hanno proposto che i nostri attori si facciano scansionare, ricevano un giorno di paga, e da lì la compagnia possa fare quello che vuole dell’immagine, per il resto dell’eternità in qualsiasi progetto vogliano, senza consenso o remunerazione ulteriore», ha dichiarato Duncan Crabtree-Ireland, segretario del sindacato Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA), che conta oltre 160 mila iscritti che ora temono lo stesso nemico degli sceneggiatori, minacciati dal perfezionamento costante dell’AI generativa, che ha già mostrato di saper scrivere libri e saggi, senza bisogno di molta interazione da parte degli esseri umani.


Così le case cinematografiche risparmiano

A convincere gli attori ad unirsi allo sciopero è stata proprio la proposta delle case cinematografiche. Lo scenario non è troppo diverso da Joan is Awful, episodio di Black Mirror in cui gli attori non hanno controllo su quello che avviene alla loro immagine, completamente alla mercé dei produttori e dei registi. Chiaramente, per le case cinematografiche si prospetta un enorme risparmio economico. Fino a pochi anni fa era meno oneroso pagare centinaia di comparse per una giornata di lavoro, ma la tecnologia ha rapidamente invertito gli equilibri, con vantaggi che vanno oltre quello monetario. «Se una scena è troppo pericolosa da girare per gli attori, con l’intelligenza artificiale posso farla lo stesso. O magari posso aggiungere le comparse anche dopo aver girato la scena, se ci ripenso», ha spiegato a Cbs News Doug Liman, regista, tra gli altri lavori, di Mr. and Mrs. Smith. «L’economia è cambiata. Al giorno d’oggi un computer può fare lo stesso lavoro di un attore spendendo meno, e a volte anche meglio». Pare, insomma, che le paghe ferme da 10 anni non siano destinate a salire nel prossimo futuro.


I doppiatori italiani contro l’AI

Si tratta della stessa preoccupazione che da settimane attanaglia i doppiatori italiani, messi in difficoltà prima dalla sempre maggiore preferenza degli spettatori per i sottotitoli, e ora dalla possibilità di perdere i diritti della propria voce. «Prima di accettare un lavoro dobbiamo sottoscrivere delle liberatorie e cedere i diritti sulle nostre voci, “per sempre e ovunque”. Questo significa che può essere utilizzata anche dalle compagnie specializzate nell’Intelligenza Artificiale», spiegava poche settimane fa a Open Christian Iansante che ha prestato la voce, tra gli altri, Bradley Cooper, Rick Sanchez di Rick e Morty e Ewan McGregor. Secondo quanto denunciato da Iansante, la sua voce è stata già stata replicata dall’Ai e utilizzata in una clip della serie animata Rick & Morty che lui, anche se nella serie presta la voce a Rick, non aveva mai doppiato. Lo stesso è accaduto a David Chevalier, voce di Morty. «Quando l’ho vista sono rimasto senza parole», ha spiegato il doppiatore.

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