Colosseo, biglietti introvabili sul sito: comprati in massa da altre piattaforme per fare la cresta?L’indagine dell’Antitrust

I ticket di base per visitare il monumento simbolo di Roma dovrebbero costare 18 euro, ma sono quasi sempre introvabili. «Era ora», commenta la direttrice

Non c’è pace per il Colosseo. Oltre ai ripetuti sfregi da parte dei turisti che hanno pensato bene di incidere il loro nome sulle mura, c’è un altro fenomeno «profondo» che tormenta la gestione dello storico monumento: il bagarinaggio online dei biglietti. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato e la Guardia di Finanza hanno messo nel mirino il sito di vendita ufficiale dei ticket per visitare il Colosseo. Secondo l’Agcm, turisti e visitatori non riuscirebbero ad acquistare i biglietti sul sito del rivenditore ufficiale perché i tagliandi risultano di fatto introvabili: sarebbero stati acquistati in massa dai rivenditori secondari. Secondo i dati rilevati, i ticket per visitare il monumento dalla fine del 2022 alla prima metà del 2023, in vendita sul sito ufficiale CoopCulture, sono andati esauriti in pochi attimi dopo essere stati messi in vendita. I biglietti non sembrano però spariti nel nulla, ma risultano disponibili su altre piattaforme intermediarie, come Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator, che offrono in combinazione al biglietto per il Colosseo ulteriori servizi come pacchetti di viaggi, audioguide e visite guidate. E nella giornata di oggi, 18 luglio, i funzionari dell’Autorità e del Nucleo speciale della Guardia di Finanza hanno svolto ispezioni nelle sedi delle società Cooperativa Culture (CoopCulture) e Musement S.p.A.


L’ipotesi di acquisto in massa attraverso l’uso di bot

Secondo le ipotesi dell’Antitrust i biglietti emessi sul canale ufficiale di vendita CoopCulture sono stati acquistati in massa mediante l’uso di bot e di altri sistemi automatizzati di acquisto, per poi finire sulle piattaforme di rivendita a prezzo maggiorato e in combinazione ad altri servizi. L’Antitrust contesta a CoopCulture di non aver predisposto sistemi idonei a evitare l’acquisto illimitato dei biglietti, che poi son finiti su altri canali di vendita. Il tutto ai danni dei singoli consumatori, che sono stati privati della possibilità di acquistare il biglietto di accesso a prezzo ordinario.


L’istruttoria nei confronti di CoopCulture

Di base, il biglietto di accesso al Colosseo costa 18 euro, ma sui canali di rivendita un biglietto può arrivare a costare anche oltre 70 euro. Ed è per questo che ha dunque deciso di intervenire l’Antitrust, che ha dato il via a un’istruttoria sia nei confronti di CoopCulture che delle altre piattaforme intermediarie. «Era ora!», commenta Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo. Che spiega: «L’anno scorso ho sporto denuncia alla Polizia postale per questi accaparramenti. Da lì in poi è partito tutto. Anche l’indagine tuttora in corso della Guardia Finanza, con cui ci sentiamo periodicamente e teniamo riunioni anche mensili. Credo che questi siano i primi risultati».

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