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La bufala dell’infermiera ucraina “Alekseya Bonashenko” e l’account parodia di Francesca Mannocchi che qualcuno ha preso troppo sul serio

25 Luglio 2023 - 13:27 Antonio Di Noto
Un tweet ironico è stato considerato una vera e propria notizia falsa da molto utenti su Facebook e Twitter

«Lei è Alekseya Bonashenko, infermiera Ukraine. Il suo viso è segnato dalle ustioni solari, che ha subito soccorrendo i soldati sia ucraini che russi per il caldo record nella regione di Kharkiv». Questo è quanto si legge in uno dei numerosi post su Facebook che riprendono un tweet dell’account “Francesca Caldocchi”, nel quale si vede effettivamente una ragazza con il camice e diversi segni sulla faccia. Il post viene ripreso e associato all’articolo di Repubblica dal titolo: «Coronavirus, l’infermiera mostra i lividi della mascherina: “State a casa, non vanificate i nostri sforzi”». La tesi che viene sostenuta è che i giornalisti non sappiano fare il proprio lavoro, e che addirittura siano in malafede, poiché avrebbero scelto di proposito una foto cambiandone il contesto. Vediamo come stanno le cose.

Per chi ha fretta:

  • Qualcuno ha creato un account parodia di Francesca Mannocchi, chiamandolo Francesca Caldocchi.
  • Tra post sul caciocavallo sciolto per il gran caldo e altre parodie, Caldocchi ha creato una notizia falsa, che però è chiaramente una presa in giro.
  • Usando la foto dell’infermiera con i lividi da mascherina che molto era circolata nel 2020, sostiene ironicamente che i lividi sul volto della ragazza siano in realtà frutto dell’ondata di caldo che sta colpendo l’Europa e l’Ucraina.
  • Qualcuno crede che sia una vera notizia data da una vera giornalista.
  • Il fatto ha scatenato le critiche contro i colleghi, senza un vero pretesto.

Analisi

«Più gli hard disk e il cloud diventano capienti meno molti giornalisti sono in grado di usare le sinapsi a fin di bene… ma lo stipendio glielo danno comunque», si legge in un post. «Ma non è l’infermiera col volto segnato dalle mascherine nel primo periodo covid? Non mi è nuova!», recita un altro. «Volete la prova di quanto siano buffoni strumentalizzatori sciacalli leccamassoni servi plagiatori falsi ipocriti lordi nell’animo girabambocci certi giornalisti? Ma la colpa non è la loro. È di quelli che gli danno retta e si riempiono la bocca con le loro cazzate con le loro cagate, correndo qua e là impazziti seguendo le direzioni dettate. Eh ma chi è scettico è cattivo, vero?», denuncia il più forbito dei post.

Vediamo uno screenshot di seguito.

Le critiche sono mosse all’account denominato Francesca Caldocchi (@Altro_Braga_Din), una chiara parodia della nota giornalista giornalista Francesca Mannocchi. I due account, sono molto diversi tra loro, e quello “di Caldocchi” è chiaramente una presa in giro, come si evince anche dai contenuti che condivide. Di seguito vediamo il profilo Twitter di Mannocchi, e quello “di Caldocchi”, «una climatologa, già inviata di guerra». Insomma, uno scherzo, che però in molti, a giudicare dai toni aggressivi dei commenti che insultano i giornalisti, non hanno capito.

Il profilo parodia, quindi, crea dal nulla una notizia falsa, che in quanto invenzione ha lo stesso valore di quella sul caciocavallo. Ma anche in questo caso, la differenza sembra non essere stata notata, né da chi – giustamente – evidenzia la falsità della notizia, e nemmeno da chi invece si lancia in insulti. La vera storia dell’infermiera Alessia Bonari era stata pubblicata da Repubblica il 10 marzo del 2020.

Conclusioni

Qualcuno ha creato un account parodia di Francesca Mannocchi, chiamandolo Francesca Caldocchi. Tra post sul caciocavallo sciolto per il gran caldo e altre parodie, Caldocchi ha creato una notizia falsa, che però è chiaramente una presa in giro. Usando la foto dell’infermiera con i lividi da mascherina che molto era circolata nel 2020, sostiene ironicamente che i lividi sul volto della ragazza siano in realtà frutto dell’ondata di caldo che sta colpendo l’Europa e l’Ucraina. Qualcuno crede che sia una vera notizia data da una vera giornalista, scatenando critiche contro i colleghi senza un vero pretesto.

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