Myanmar, la grazia per Aung San Suu Kyi: «Ma rimarrà ancora agli arresti domiciliari»

Il colpo di spugna su 5 reati. Ma le condanne per gli altri 14 rimangono

L’ex leader del Myanmar Aung San Suu Kyi è stata graziata per cinque dei 19 reati per i quali era stata condannata e incarcerata per un totale di 33 anni di pena. Lo fanno sapere i media statali. La notizia è confermata alla Reuters da una fonte nella giunta militare. La grazia porterebbe a una riduzione della sua pena detentiva di sei anni, ha detto il portavoce della giunta Zaw Min Tun a Eleven MediaGroup. La premio Nobel, che la scorsa settimana è passato dal carcere agli arresti domiciliari nella capitale Naypyitaw, è in galera da quando i militari hanno preso il potere con un colpo di stato all’inizio del 2021.


Il Nobel e la galera

I militari hanno graziato anche l’ex presidente Win Myint, anch’egli arrestato contemporaneamente a Suu Kyi dopo il golpe del 2021, per alcune delle accuse per le quali era stato condannato con conseguente riduzione di quattro anni di reclusione. citato come detto. Aaung Suu Kyi, 78 anni, ha sempre negato tutte le accuse per le quali è stata condannata, dall’istigazione alla frode elettorale fino alla corruzione. Ha presentato ricorso in tribunale. In ogni caso sia lei che l’ex presidente rimarranno in detenzione: «Non saranno liberi dagli arresti domiciliari», ha fatto sapere la fonte a Reuters. Suu Kyi è andata ai domiciliari per la prima volta nel 1989.


Una mossa cosmetica

Nel 1991 ha vinto il premio Nobel per la pace per la campagna per la democrazia. Soltanto nel 2010 ha concluso la prima pena per cui era stata condannata. In seguito è stata accusata di frode elettorale nel voto del 2020. Nel 2021 il golpe dei militari. Molti governi, in particolare in Occidente, hanno chiesto il rilascio incondizionato di Suu Kyi e di migliaia di altri arrestati nel giro di vite che la giunta ha scatenato contro le proteste pro-democrazia all’indomani del golpe. Una fonte diplomatica ha descritto la grazia come una “mossa cosmetica”. «Questo è un segnale per la comunità internazionale, senza fare nulla di sostanziale», ha detto la fonte che ha rifiutato di essere identificata.

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