Donazione del sangue e Fake News, in prevalenza No Vax. Il report della Croce Rossa e The Fool

Fondamentale il ruolo della pandemia: i contenuti falsi sono aumentati del 26.000% tra il 2020 e il 2021

Per quanto assurde e incredibili possano sembrare, le fake news hanno un impatto considerevole su questioni di salute pubblica. Un fenomeno emerso con particolare forza durante il periodo della pandemia, che ha visto il proliferare sui social di teorie nate e diffuse negli ambienti No Vax che imputano ai vaccini presunti gravi pericoli e ruoli in complotti per il controllo del mondo. Questa narrativa si intreccia con le donazioni del sangue, come evidenziato dal rapporto redatto da Crocerossa Italiana coadiuvata dall’agenzia di digital intelligence The Fool. Tra gli ibridi più comuni c’è la teoria secondo la quale la donazione del sangue causerebbe l’Hiv, che i donatori lo facciano per denaro, e non per generosità. C’è chi crede che i vaccini contro il Covid rendano pericoloso il sangue donato, che per questo verrebbe buttato via o rifiutato.

L’aumento delle fake news durante la pandemia

Il rapporto evidenzia come la pandemia «abbia funzionato da acceleratore per i contenuti di disinformazione e fake news sulla donazione del sangue». Contenuti di questo tipo sono cresciuti infatti del 26.000% tra il 2020 e il 2021. Nell’enorme numero ci sono anche contenuti che provengono da professionisti della politica e dell’informazione giornalistica, che sono tra quelli che hanno fatto registrare il maggior numero di interazioni, si legge nel documento. Di seguito si può vedere quali parole, hashtag ed emoji vengono più comunemente utilizzate nella disinformazione sulle donazioni di sangue.

Chi diffonde le fake news

Il rapporto, poi, sottolinea come politici, giornalisti e figure pubbliche che hanno preso posizioni condivise dai complottisti, pur non diffondendo fake news, ma al massimo imprecisioni scientifiche, risultano particolarmente influenti nell’ambiente. Tra i nomi slegati dal giornalismo a generare più interazioni c’è quello della scrittrice e blogger complottista Silvana De Mari, ripresa in oltre 700 contenuti apparsi anche sul sito notizieindipendenti.it. Oltre a individuare i diffusori e i facilitatori delle fake news, il rapporto traccia delle categorie demografiche che più risultano inclini a condividerle e a farle circolare. Con l’aiuto della piattaforma Audiense sono stati creati dei gruppi suddivisi per gli interessi principali mostrati sui social.

Le fasce demografiche

Si tratta di quelli che vengono definiti «ultranazionalisti», ovvero coloro che «presentano una visione politica ben definita, per la quale il concetto di nazione detiene un ruolo fondamentale» e« manifestano la loro affiliazione politica attraverso l’inclusione della bandiera italiana nel nome del proprio profilo». Ci sono poi i «tradizionalisti», che «attribuiscono un’importanza inestimabile alla tradizione e alla cultura italiana. Per loro, ogni attacco ai valori tradizionali viene percepito anche come un attacco personale». infine, «i teopolitici», categoria che «considera imprescindibile l’inclusione della religione e dei suoi valori fondanti nella prospettiva di una vita democratica». Non ci sono sostanziali differenze per quanto riguarda il genere di chi diffonde fake news, con il 51% di uomini e il 49% di donne tra gli utenti, mentre si registra una forte incidenza del fenomeno tra i 25-34enni (50% dell’audience) e tra i 45-54enni (18%).

Le storie più diffuse

Tra tante falsità, c’è una storia vera che risulta essere quella circolata di più in assoluto. Quella di due genitori no vax che avevano richiesto che le trasfusioni al loro figlio venissero effettuate con sangue di persone non vaccinate. Una volontà tanto forte che la coppia aveva avviato un tam tam negli ambienti no vax per riuscire a trovare un donatore non vaccinato disponibile. Tra le fake news intercettate da Open, invece, a spiccare sono tre. La prima riguarda la narrazione secondo la quale il sangue dei vaccinati sarebbe soggetto a maggiori coaguli, e quindi inadatto alle donazioni. Le altre due (una qui e una qui), invece, sostengono che il sangue dei non vaccinati contro il Coronavirus sia pericoloso, ma di ciò non ci sono prove.

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