Como, niente asilo nido per i figli di chi non paga le tasse comunali. Il sindaco: «Girano con il Suv ma non sono in regola…»

La linea della tolleranza zero adottata dal primo cittadino Alessandro Rapinese

Tolleranza zero a chi non paga le tasse. È questa la linea che ha adottato il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, e che sta facendo discutere da giorni. Le famiglie che non sono in regola con il pagamento delle tasse comunali, a partire da quelle dei rifiuti, non potranno iscrivere i figli nei nidi comunali. Si tratta di uno dei diversi interventi che il primo cittadino ha deciso di mettere in atto nell’ambito della sua lotta contro gli evasori delle imposte locali. Oggi a la Repubblica spiega le sue ragioni: «Nessuno tollera che non si paghino le rate condominiali, vero? Nel pubblico invece troppi pensano di poter fare i furbi. Anzi, se non paghi le tasse sei un figo! Beh, qui le cose stanno cambiando». Rapinese spiega che quando è stato eletto ha trovo «un buco di 3 milioni di Tari. Su un bilancio di 180 milioni, di cui venti per i Servizi sociali».


«Se non paghi non frequenti»

Ma da dove arriva la scelta di negare proprio il nido ai figli di chi non paga? «Ci sono pensionati a 500 euro al mese che pagano regolarmente la raccolta rifiuti. Davanti ai nidi, invece, vedo tanti Suv… Quindi, o ci si mette in regola, o si iscrive il figlio in un nido privato. Dove, se non pagherà la retta, il figlio non potrà più frequentare», dichiara il sindaco. Che ci tiene a distinguere realmente chi ce la fa e chi no. E che per chi rientra in quest’ultima categoria ricorda che «ci sono i servizi sociali che aiutano, come è sempre stato. Ma – precisa – Isee alla mano, eh». Non è la prima volta che il primo cittadino di Como avvia interventi che accendono la polemica. Era già successo a marzo con l’introduzione di una multa di 50 euro ai genitori che portano i figli in ritardo all’asilo.


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