Voragine nei conti dei partiti politici italiani: Forza Italia e Lega ko, ma anche il Pd non se la passa bene

I bilanci 2022: i conti azzurri salvati da Silvio, i 49 milioni della Lega, le difficoltà di Schlein e Conte. Fratoianni in lite con l’Inps

Fossero società per azioni gran parte di loro dovrebbe portare i libri in tribunale. I partiti politici italiani leggendo i bilanci del 2022 pubblicati questa estate non se la passano affatto bene: complessivamente hanno un patrimonio netto negativo per 106 milioni di euro, in gran parte dovuto ai pessimi risultati storici di Forza Italia e della Lega, sia quella tradizionale (La Lega Nord) sia quella “per Salvini” che di fatto ha sdoppiato la vita di quel partito. Ma anche il Pd non se la passa benissimo: alla fine del 2010 aveva un patrimonio netto positivo di 20,3 milioni di euro. All’inizio del 2022 quella cifra si era ridotta a 23.380 euro, quindi quasi scomparsa.


A fine anno è diventata di 600.408 euro grazie alle maxi entrate della campagna congressuale straordinaria che hanno consentito un utile a fine anno di 572.028 euro ma come dicono gli stessi amministratori del Nazareno l’evento non è ripetibile ogni anno. Nell’ultimo anno però solo due partiti sono andati in rosso: Italia Viva per 55.513 euro e la Lega per Salvini che ha perso poco meno di 4 milioni di euro. Forza Italia è stato il partito che ha chiuso il migliore bilancio, con un utile di 1.323.331 euro, ma sono una goccia nel disavanzo accumulato negli anni (99,5 milioni di euro) e pure rispetto ai debiti esistenti (98,4 milioni di euro) tutti nei confronti degli eredi Berlusconi.


I tristi conti azzurri salvati da Silvio

Il comitato di presidenza di Forza Italia che doveva approvare il bilancio si è riunito a Roma il 13 giugno alle 13,30, il giorno dopo la morte di Silvio Berlusconi. La riunione è stata aperta dal tesoriere, il senatore Alfredo Messina che «a nome di tutti gli intervenuti» ha voluto «esprimere con commozione il profondo cordoglio per la scomparsa del nostro amatissimo Presidente Silvio Berlusconi, cui va il ringraziamento per aver fondato e generosamente sostenuto Forza Italia, ispirandola agli ideali di libertà, democrazia, giustizia e legalità e per averci incluso in questo progetto». Messina ha spiegato di volere fare di tutto meno che essere lì in quel momento, ma la legge glielo imponeva.

Open | I bilanci 2022 dei partiti italiani

E poi ha iniziato il suo lamento, dovuto in gran parte al fatto che i parlamentari eletti non si auto-tassano per il partito come si erano impegnati a fare. «A compromettere il risultato della gestione caratteristica», ha spiegato Messina, «e a mantenere la sofferente situazione finanziaria del nostro Movimento ha concorso l’insufficiente afflusso della generalità delle contribuzioni e delle quote associative rispetto a quanto atteso. La riduzione dei Parlamentari eletti nonché la discontinuità dei versamenti provenienti da essi e dai consiglieri regionali del nostro Movimento rappresentano la causa primaria del risultato negativo della gestione caratteristica».

La riscossione

Per cui adesso Forza Italia andrà alla riscossione: «Il Partito continuerà le attività, già intraprese nel corso dell’esercizio precedente, di recupero delle somme arretrate dovute al Movimento da parte degli eletti al fine di ottenere un concreto apporto da tutti i parlamentari e i consiglieri regionali del nostro Movimento, in particolare di coloro che, con differenti motivazioni, non sono puntuali nella contribuzione come invece altri colleghi hanno meritevolmente continuato a fare». A salvare l’ultimo bilancio per altro è stato ancora in vita Silvio Berlusconi, rinunciando agli interessi sul debito nei suoi confronti (ora nei confronti degli eredi): «Ci sono € 1.796.868 derivanti dalla rinuncia degli interessi sul credito del Presidente maturati e accantonati in bilancio negli esercizi precedenti».

La doppia Lega ha già versato 30 dei famosi 49 milioni di euro

La Lega da qualche anno si è fatta in due: alla tradizionale Lega Nord si è aggiunta quella per Salvini. C’è una buona notizia nei bilanci di quella vecchia: ormai 30 milioni dei famosi 49 da restituire allo Stato secondo sentenza sono stati versati. Si annota nella relazione della Lega Nord: «I debiti da saldare sono ancora 18, 148 milioni di euro ed è quel che resta da pagare dei famosi 48,969 milioni di euro che la Lega deve retrocedere allo Stato secondo le sentenze della magistratura. La somma infatti è al netto delle somme già sequestrate giacenti sui conti correnti della Lega Nord, delle società partecipate, e delle singole articolazioni territoriali».

La vecchia Lega ha ancora il controllo di Pontidafin «che ha un patrimonio netto di 4,2 milioni di euro. La perizia di stima del patrimonio immobiliare è sensibilmente superiore al valore di bilancio della partecipazione». Molti militanti ed eletti (fra cui il ministro Giancarlo Giorgetti) versano ancora alla Lega Nord una quota della loro indennità, così arrivano in cassa più di 800 mila euro. La nuova Lega di Salvini ideata per allontanarsi dai guai finanziari però non sta offrendo il risultato sperato: l’anno si è chiuso con una perdita di 3,983 milioni di euro. C’è da saldare 1,5 milioni di debiti e il patrimonio netto è già negativo sia pure solo di 25.656 euro.

Effetto Schlein sul Partito democratico

I conti del partito democratico non starebbero meglio se non ci fosse stato il tesseramento straordinario per il congresso in cui ha trionfato Elly Schlein. Ma se non si ripete la performance anche nel 2023, il rischio conti in rosso è davvero vicino visto che il patrimonio si è ridotto al lumicino in questi anni. Anche il Pd come Forza Italia ha il problema dei parlamentari che non si auto-tassano come dovuto. Solo nei confronti degli eletti nella scorsa legislatura infatti «il Partito ha attivato n. 63 ricorsi a fronte dei quali sono stati emessi n. 56 decreti ingiuntivi».

Ma gli amministratori sono realisti: «I crediti per motivi prudenziali sono stati opportunamente svalutati. Gli incrementi pari a Euro 178.658 sono dovuti alle svalutazioni dei crediti verso i Parlamentari dell’attuale Legislatura per le somme dovute al 31/12/2022 e non ancora versate alla data di redazione del presente rendiconto». Anche il personale pesa sui conti: nonostante continui scivoli all’uscita pagati ogni anno restano in forza 119 dipendenti, fra cui 18 giornalisti. Nessun altro partito oggi ha organici così folti.

La Meloni ha ancora un partito solido, Conte meno

Giorgia Meloni è fra le poche a potere festeggiare. I conti di Fratelli di Italia sono ancora quelli di un partito minore, ma così anche i guai possono aspettare. Il bilancio si è chiuso con un utile di 527.028 euro, i debiti sono ridotti al lumicino (259.578 euro) e il patrimonio netto è positivo per 2,6 milioni di euro. Meno solido invece il bilancio del M5s, anche se il tesoriere ci tiene a dire che «l’esercizio 2022 chiude con un avanzo di euro 126.120,00 e con disponibilità liquide bancarie tali da garantire tranquillità dell’attività gestionale e politica».

I debiti però sono di 1,14 milioni di euro e il patrimonio netto è positivo, ma solo per 415.144 euro. Però alla voce crediti ci sono ancora 4,7 milioni di euro di quote di indennità e trattamento di fine rapporto parlamentare non incassato anche se imputato fra le entrate di competenza. E se pensano di riscuoterli dagli ex passati ad altra avventura politica (come chi seguì Luigi Di Maio), la strada è tutta in salita.

Fratoianni in lite con l’Inps per una occupazione abusiva

Non stanno malissimo i partiti minori, e in particolare Azione di Carlo Calenda che può contare su ricchi contributi privati. Qualche problema per Sinistra Italiana e Nicola Fratoianni, che eredita da Sel un contenzioso con l’Inps per occupazione abusiva di un immobile. Tanto è che Fratoianni ha messo a fondo rischi 73.187 euro, pari «al valore di un contenzioso promosso dall’INPS nei confronti della Struttura nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, che si è costituita in giudizio, a fronte di una asserita occupazione abusiva di un immobile di proprietà dell’Istituto da parte di un Circolo territoriale».

Non ha problemi economici invece il suo sodale Angelo Bonelli, che in bilancio celebra la sua presunta forza social: «Su Facebook, la pagina Europa Verde-Verdi ha 73.700 follower netti e ha raggiunto una copertura di 2.572.881 persone. Si registra una prevalenza di uomini (61,3%) della fascia di età 25-34 anni. Su Instagram, abbiamo 32.000 follower, con una copertura di 1.295.479 persone. La forza di questo social è la community che ci supporta in tutte le campagne che proponiamo: ciò si concretizza in un alto tasso di interazione nei like, sia nei commenti che nei messaggi direct. Sia su Instagram che su Facebook, abbiamo introdotto video brevi, reels che raggiungono un ampio pubblico che non segue le pagine».

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