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L’ultimo saluto dei figli all’uomo morto schiacciato da 15mila forme di Grana Padano: «Non hai mostrato amore affettuoso»

11 Agosto 2023 - 18:59 Redazione
giacomo chiapparini morto schiacciato forme grana padano
giacomo chiapparini morto schiacciato forme grana padano
Oggi hanno avuto luogo i funerali dell'imprenditore Giacomo Chiapparini, a Romano di Lombardia

L’ultimo saluto a Giacomo Chiapparini, l’imprenditore agricolo di 74 anni rimasto schiacciato da 15mila forme di Grana Padano cadute nel capannone di un caseificio a Romano di Lombardia (Bergamo), è stato segnato dall’amarezza. Dalla lettera scritta dai suoi familiari, letta al termine dei funerali, emerge il ritratto di un uomo volitivo, e non si fanno sconti sui suoi spigoli: «Quante volte, papà, abbiamo sperato che rallentassi la tua corsa nella vita e quindi potesse rallentare anche la nostra, così da vedere cosa c’era fuori dal finestrino. Rallentando avresti potuto vederlo anche tu, capendo cosa c’era di importante oltre la tua attività». A parlare sono la figlia Mary e il figlio Tiziano, che proseguono: «Ci hai fatto crescere sempre sollecitati a dare il massimo, a fare sempre al meglio quello che sapevamo fare. Ci hai forgiato alla vita, ai fatti pesanti della vita, e ne abbiamo avuti davvero tanti». 

Il riferimento, come spiega il Corriere della Sera, è alla scomparsa di loro fratello Emanuele, il terzo figlio di Chiapparini venuto a mancare vent’anni fa. «Quanti scontri abbiamo avuto perché volevi sempre avere ragione tu e fare di testa tua – si legge ancora nella lettera -. Ci dispiace che a noi figli tu non abbia mostrato l’amore attento e affettuoso come altri padri. Con i tuoi nipoti ti sei ammorbidito un po’ e così abbiamo capito che allo stesso modo amavi anche noi, ma sempre a modo tuo, nel tuo modo originale. Non hai mai puntato sul nostro lato sensibile perché lo faceva e lo fa la mamma. Hai puntato, invece, alla nostra tempra per prepararci alla vita». Il messaggio si conclude con l’ultimo saluto: «Ci hai lasciati con le rotelle attaccate alla bici, liberi di andare ma sempre con te che ci davi sicurezza. Sei sempre stato sopra le righe e sopra le righe è stata la tua uscita di scena. La tua fragorosa e rumorosa presenza è diventata una fragorosa e rumorosa assenza. Tu hai vissuto la vita che volevi, coltivando ambizioni che nessuno avrebbe mai immaginato e la tua famiglia ti ha dovuto seguire in questa corsa. Anche se iniziavi a sentire la stanchezza dell’età non ti sei mai risparmiato. Ora non so dove sei, ma sappiamo che, a chi incontrerai, darai filo da torcere. Speriamo tu possa incontrare Emanuele e dirgli quanto lo amavi e quanto hai amato anche tutti noi».

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