Tazze, magliette e bandiere: i gadget con la foto segnaletica di Trump vanno a ruba tra i fan. E la campagna decolla: +7 milioni in tre giorni

Sullo store online dell’ex presidente spopolano gli accessori con la storica foto scattata al momento dell’arresto in Georgia. Ma anche gli avversari ne approfittano

Ammonta a 7,1 milioni di dollari la cifra incassata dalla campagna elettorale di Donald Trump in poco più di 48 ore, ovvero dal giorno (notte, in Italia) in cui l’ex presidente si è costituito ad Atlanta, in Georgia. La storica foto segnaletica scattata al tycoon nella prigione di Fulton County è già finita dappertutto: tazze, magliette, bandiere, porta-bevande. Stando ai dati diffusi dal suo staff, la campagna elettorale di Trump ha raccolto quasi 20 milioni di dollari nelle ultime tre settimane. Soltanto giovedì 24 agosto, poche ore dopo l’arresto in Georgia, i suoi sostenitori hanno versato complessivamente 4,18 milioni di dollari, in gran parte provenienti proprio dall’acquisto di gadget. La pagina ufficiale del merchandising della campagna elettorale di Trump è dominata da oggetti che riportano la foto segnaletica del tycoon, accompagnate dalle scritte Never surrender («Mai arrendersi») e Not Guilty («Non colpevole»). Si va dal poster (in vendita a 28 dollari) alla maglietta (34$), passando per tazze (25$), adesivi da incollare all’automobile (12$) e porta-bevande (15$). La foto segnaletica scattata a Fulton County è la prima che raffigura un ex presidente degli Stati Uniti.


Trump, che si trova a dover fare i conti con quattro diverse incriminazioni, sembra avere tutta l’intenzione di trasformare i suoi guai giudiziari in un vantaggio politico. Non solo in termini di donazioni da parte dei suoi sostenitori, ma anche per attaccare i suoi avversari politici. «Tutte queste accuse e cause contro di me sono state avviate dal “corrotto Joe Biden” e dai fascisti della sinistra radicale. È la loro arma preferita per le prossime elezioni presidenziali del 2024», ha tuonato il tycoon in un post. Nel frattempo, lo staff di Trump non è l’unico ad aver avuto l’idea di trasformare la foto segnaletica in merchandise. Lo stesso hanno fatto anche alcuni dei suoi più feroci critici. Un esempio? Hillary Clinton, sua avversaria alle presidenziali del 2016, che ha pubblicizzato su Twitter-X un cappello con l’ironica scritta But her emails, in riferimento a un episodio controverso in cui era stata coinvolta. Il Lincoln Project, un gruppo di repubblicani anti-Trump, ha messo in vendita un bicchiere con la foto segnaletica del tycoon e l’acronimo FAFO (Fuck Around and Find Out), traducibile in italiano con l’espressione «scherza con il fuoco e vedrai cosa succede».


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