Natalia Burlinova e quel seminario dopo l’invasione in Ucraina in difesa del Cremlino

Lo racconta a Repubblica una ricercatrice che ha avuto a che fare con la presidentessa di Picreadi, sulla quale oggi pende un mandato di cattura dell’Fbi per sospetto spionaggio

C’è anche l’Italia nel rapporto dell’intelligence americana che denuncia la nuova strategia adottata dal servizio segreto russo Fsb per diffondere la propaganda di Mosca nei paesi occidentali. Lo confermano a Repubblica fonti con una conoscenza diretta dei contenuti del documento. Natalia Burlinova, presidentessa dell’organizzazione non governativa Picreadi, incriminata il 17 aprile scorso dal dipartimento alla Giustizia Usa per aver cercato di reclutare cittadini americani potrebbe aver lavorato su studiosi e giovani per convincerli e propagandare le tesi de Cremlino. Burlinova – sulla quale pende un mandato di cattura americano che però non è stato ancora trasmesso all’Interpol – aveva contatti diretti con analisti del nostro Paese. Aveva organizzato un seminario a Milano nel 2019con l’Ispi, Russian Foreign Policy: Facing International Turbulence. «Ma si è trattato di un incontro isolato» precisano a Repubblica i vertici dell’istituto. «Eravamo entrati in contatto per i soliti canali accademici ma da quel momento non ci sono state più relazioni. E comunque in nessuna occasione abbiamo notato atteggiamenti che ci potessero fare insospettire». Nel 2017 Burlinova aveva ospitato attraverso “Meeeting Russia” la giornalista Maria Michela D’Alessandro. Che oggi spiega a Repubblica: «Mai nessuno ha pensato di “reclutarmi”. Svolgo da anni la professione di giornalista con dedizione e onestà intellettuale e nell’assoluto rispetto delle leggi».


Quell’incontro post invasione e la posizione della Burlinova in difesa della Russia

Karolina Muti, ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali ha avuto a che fare con Burlinova e ricorda: «Ho conosciuto la signora nel 2019 a Mosca durante il ciclo di incontri “Meeting Russia” organizzato da Picreadi, l’organizzazione di cui è presidente e fondatrice. Ricordo che all’epoca mi colpì il fatto che invitò i partecipanti agli incontri ad essere apertamente più critici nei confronti del governo russo e della sua politica estera durante i seminari a Mosca». «Circa una settimana dopo l’invasione russa dell’Ucraina – racconta Muti – Picreadi organizzò un Webinar sulla crisi in corso, al quale furono invitati coloro che avevano partecipato alle varie edizioni del programma “Meeting Russia”. Come altri esperti e analisti presenti, partecipai per capire come avrebbero potuto giustificare il crimine che stavano compiendo. Emersero forti contrasti tra i partecipanti europei e la signora Burlinova su quello che la Russia stava facendo, con un dibattito molto acceso e forti critiche alla posizione russa. Nei miei paper e articoli ho sempre condannato con forza l’aggressione russa dell’Ucraina. D’altronde io ho la doppia cittadinanza italo-polacca, è facile immaginare la mia posizione. Vedendo che non c’era una chiara presa di distanza in merito da parte dell’associazione non partecipai più a nessuna iniziativa. Ma nulla potevo pensare di rapporti particolari o speciali che esulavano la ricerca».


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