Strage di Ustica, Meloni non intende andare allo scontro con Macron e sceglie la strada dell’attesa

Il coinvolgimento della Francia nella tragedia è stato rievocato da Amato. Per Repubblica, tuttavia, a meno di nuovi elementi di prova, il governo italiano non avanzerà richieste a Parigi

La cautela prevale nel governo italiano sulla strage di Ustica. La narrazione fatta da Giuliano Amato, ex premier, sui fatti del del 27 giugno 1980, ha attribuito le responsabilità alla Francia. Tuttavia Giorgia Meloni, scrive Repubblica in un retroscena, non forzerà la mano con Emmanuel Macron, pretendendo da Parigi un mea culpa ufficiale o altre formule di risarcimento. Salvo, ovviamente, l’emersione di prove documentali incontrovertibili. Il motivo, scrive sempre Repubblica, è la necessità di non complicare ulteriormente le relazioni bilaterali con il Paese d’oltralpe, già sfilacciatesi nei mesi per la questione dei flussi migratori. Ci sono importanti dossier da affrontare e Roma non vuole rinunciare al tentativo di giocare di sponda con Parigi: il giornale elenca, tra gli altri, la trattativa sul Patto di stabilità e la gestione della crisi in Tunisia. Cautela, dunque. Ma per il giornalista Tommaso Ciriaco è evidente anche il fastidio di Palazzo Chigi per le parole di Amato. Al quale è stata riconsegnata la palla: prima che il governo possa reagire alle rilevazioni del giurista, quest’ultimo o chi per lui dovrà consegnare «elementi concreti» che definiscano le accuse a Parigi. Un fastidio che deriva anche dal fatto che i partiti al governo sono consapevoli dell’utilità – in termini di consenso – di rispolverare il sentimento antifrancese latente in una parte del proprio elettorato. Ma la Francia, in questo momento, ha un peso troppo importante nelle partite in corso a Bruxelles, in Nord Africa e in Sahel. Perciò, ogni azione propagandistica resta congelata, per il momento.


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