Claudio Baglioni e la tragedia globale di Lampedusa: «Le barriere non hanno più senso»

Il cantante: stop agli usi a fini elettorali

Il cantante Claudio Baglioni ha organizzato dal 2003 al 2012 il festival “O’ Scià” a Lampedusa. Oggi che l’isola torna a essere il teatro del dramma dell’immigrazione mediterranea, Baglioni dice a La Stampa che la tragedia dei migranti non deve diventare materia elettorale. «Altrimenti non se ne verrà mai fuori», aggiunge. Quelli che affronta l’isola, argomenta Baglioni, «sono problemi che vengono da lontano. Se li avessimo affrontati 25-30 anni fa forse non saremmo arrivati a questo punto. Ovvio che ora la situazione sia degenerata. La storia ci rimette ogni volta il conto davanti, la geografia non la possiamo cambiare: Lampedusa è lo scoglietto d’Italia più vicino alla Tunisia e i flussi migratori passano per forza da qui».


Una tragedia globale

Per il cantante si tratta di «una tragedia globale, non di Lampedusa. Evidentemente il sistema economico mondiale crea ingiustizie, tutti abbiamo il diritto di cercare una situazione migliore e non possiamo condannare chi non ne può più, anche se crea disagi. Gli stessi problemi ci sono al confine del Messico e in altre zone geografiche. E, proprio come nella canzone di Trilussa Ninna Nanna Nanna Ninna che canto, alla fine la guerra la vincono solamente i potenti perché il popolo coglione deve cercare di scansare la palla di cannone». Mentre continuare a mettere barriere non ha senso: «Mi auguro che tutti gli uomini e le donne possano viaggiare liberi laddove ritengono che il modello economico-politico sia giusto per loro. Era ed è chiaro da tempo che il veicolo migliore per chi soffre e vuole fuggire dalla sua terra sia la regolamentazione dell’affluenza. Il via libera in questo momento però non è possibile perché la situazione è oltremodo critica».


La gente di Lampedusa

Rispetto al 2012, conclude il cantautore,«laggiù non è cambiato niente, nonostante le avvisaglie. Mettevamo insieme le Ong, nessuno litigava, tutti mostravano buona volontà. Adesso tutti sanno e raccontano e sono maestri di vita. Lampedusa fino a 30 anni fa manco si sapeva dove fosse, non si vedeva nelle previsioni del tempo». Invece, il popolo «è gente di mare, che mostra buona volontà da sempre, anche quando i tg non sapevano nulla. C’è sempre tanta solidarietà, le persone soccorrevano, portavano i vestiti. Oggi la gestione di questa storia è più grande di noi. Quello che potevo fare il sottoscritto era informare urlando in musica quello che accadeva, più di questo non so».

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