L’allarme di Borrell: «Così il dossier immigrazione può dissolvere l’Ue. C’è chi non vuole mischiarsi»

In un’intervista al Guardian, l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera ha criticato l’approccio “giapponese” di alcuni governi di fronte al fenomeno migratorio

Dopo settimane di scontri diplomatici, accuse e polemiche, il dossier immigrazione si conferma il più discusso in Europa. A dire la sua ora è anche l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell, che in un’intervista al Guardian si mostra preoccupato del fatto che i flussi migratori possano trasformarsi in una «forza dissolutrice per l’Unione Europea». Secondo il massimo diplomatico di Bruxelles, l’immigrazione rappresenta oggi «il divario più grande» tra i Paesi membri. E questo, spiega, si deve ad alcune profonde differenze politiche e culturali. «Ci sono alcuni membri dell’Unione Europea che seguono uno “stile giapponese”: non vogliamo mescolarci. Non vogliamo migranti. Non vogliamo accettare persone dall’esterno. Vogliamo la nostra purezza», ha spiegato Borrell.


«Abbiamo bisogno dei migranti»

All’alto rappresentante Ue per la Politica estera il Guardian ha chiesto conto anche delle dichiarazioni fatte all’Assemblea generale dell’Onu da Giorgia Meloni. Dal Palazzo di Vetro di New York, la premier ha affermato di voler ostacolare a tutti i costi la trasformazione dell’Italia nel «campo profughi d’Europa». Su questo punto, però, la risposta di Borrell si è dimostrata piuttosto elusiva e ha spaziato più genericamente su nazionalismo ed euroscetticismo. «Si temeva che la Brexit potesse diventare un’epidemia, ma non lo è stata. È stata come un vaccino. Nessuno oggi vuole seguire l’uscita degli Inglesi dall’Unione Europea», ha commentato il diplomatico di Bruxelles. E sempre a proposito di immigrazione, Borrell ha citato l’esempio – a suo dire positivo – della Spagna, che ha alle spalle una lunga storia di accoglienza e solidarietà. «Il paradosso è che l’Europa ha bisogno dei migranti perché abbiamo una crescita demografica molto bassa – ha aggiunto -. Se vogliamo sopravvivere dal punto di vista lavorativo, abbiamo bisogno dei migranti».


L’ingresso di Kiev nell’Ue

Immigrazione, accoglienza, ma anche guerra in Ucraina. Nell’intervista con il quotidiano inglese, Borrell è tornato a parlare dei negoziati per l’adesione di Kiev al gruppo dei 27. «Tutti sanno che sarà difficile – ha ammesso -. Questo perché l’Ucraina, prima di tutto, è in guerra e viene letteralmente distrutta». A questo si aggiungono poi altri problemi, a partire dalla lista di riforme che Bruxelles ha chiesto al governo ucraino di attuare – già prima dell’inizio della guerra – per poter entrare a far parte del blocco Ue. In ogni caso, spiega Borrell, l’insistenza dell’Ucraina per aderire al progetto europeo ha sbloccato la «siesta» sulle politiche di allargamento: «Per anni e anni c’è stata una sorta di stallo e non è successo nulla. L’Ucraina ha creato una nuova dinamica».

Credits foto: EPA/Olivier Matthys | L’alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell

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