Malta, sui migranti cresce l’asse Italia e Francia. Meloni: «Non a vecchie regole Ue». Macron: «Trovato un approccio comune» – Il video

Cosa emerge dopo il trilaterale al Med9. Per la premier il «piano di azione presentato da von der Leyen a Lampedusa» deve diventare «concreto e operativo»

Eppur si muove. La linea europea sulla gestione dei migranti è quella che emerge al termine del vertice Med9 di Malta. Ovvero quella di una Francia che va di pari passo con l’Italia. «L’incontro con Giorgia Meloni – dichiara all’Ansa il presidente francese Emmanuel Macron – è andato bene, come sempre, è stato efficace. Abbiamo potuto fare passi avanti. Con la Commissione europea abbiamo trovato un approccio comune che proporremo ai colleghi per dare una risposta comune a questa che è una sfida totalmente europea. Penso che la capacità europea di prevenire questi flussi sia la chiave». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo aver commentato i timori sul Nadef sposta l’attenzione sulla questione europea. Il «piano di azione presentato da Ursula von der Leyen a Lampedusa è una ottima cornice di partenza, è fondamentale renderlo concreto e operativo» e «attuare questi principi». «Pensiamo che se la Ue» si è data come «obiettivi strategici la transizione verde e digitale e la difesa, questi obiettivi debbano essere riconosciuti e protetti». «Non possiamo – sottolinea Meloni – tornare alle regole del precedente patto di stabilità, sarebbe per le nostre economie molto pesante da affrontare ma dobbiamo anche saper immaginare nuove regole che sostengano le grandi scelte strategiche che ci siamo dati».


Meloni: «Soluzioni strutturali sui migranti o tutti travolti »

Chi pensa che il problema dei migranti «possa essere rinchiuso entro i confini di una nazione europea prende un abbaglio. Senza risposte strutturali prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti quanti verranno travolti da questo problema», ha dichiarato la premier. «Qui c’è molta convergenza, i Paesi del Med9 anche a Granada possono consentire di fare dei passi in avanti poi bisogna essere bravi nel quotidiano a fare sì che le cose vadano avanti ma sicuramente sulla carta la volontà c’è», ha detto Meloni . «L’approccio ormai lo do per assodato, l’ho visto anche nella discussione di stamattina. Io sono stata molto chiara – ha detto la premier – nell’esporre sia come vedo la questione, sia l’impatto che sta avendo sull’Italia sia le soluzioni. E la discussione è ruotata tutta intorno a questo, con una convergenza tra questi Paesi che non sono tutti i Paesi Ue ma sono quelli che vivono di più il fenomeno», la posizione «è totalmente condivisa». «Stiamo cercando di fare dei passi concreti in alcune direzioni che vanno dalla politica dei rimpatri e le riammissioni, un lavoro che deve essere fatto a livello europeo per essere davvero efficace». E questo «vuol dire anche avere una lista dei paesi sicuri europea». Poi «c’è da riprendere con forza il nostro partenariato con la Tunisia, che sta dando segnali di collaborazione molto importanti. Mi pare che le risorse finalmente stiano arrivando, questo può essere un altro segnale molto importante e un modello da utilizzare in generale per i Paesi del Nordafrica». E «c’è la grande materia dell’alternativa alla migrazione illegale che è il lavoro che va fatto coi Paesi africani. Qui si apre un altro capitolo importante che è quello della revisione del bilancio pluriennale sulla quale la proposta della commissione è importante in termini di cooperazione positiva con l’Africa, non predatoria».


(foto copertina ANSA / Marco Galdi)

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