La bufala del “tossire per sopravvivere a un infarto”

Sebbene la tosse possa in alcuni casi regolarizzare il ritmo del cuore, non è considerata dai medici utile per far fronte a un infarto

Come puoi sopravvivere da solo ad un infarto? Secondo diversi post molto virali sui social, ci sarebbe una miracolosa strategia in grado di salvare la vita a chi viene colto dal malore e si trova senza nessuno al fianco. Sarebbe molto semplice: bisognerebbe, sostengono, tossire. Questo perché «i respiri profondi portano ossigeno nei polmoni e i movimenti della tosse comprime il cuore e mantiene la circolazione sanguigna. La pressione sul cuore aiuta anche a ripristinare il ritmo normale. In questo modo le vittime di infarto possono andare in ospedale». Ma è davvero così?

Per chi ha fretta:

  • Sta tornando a circolare su Facebook una bufala di vecchia data, secondo cui tossire vigorosamente possa salvare la vita a chi sta avendo un infarto e si trova da solo in attesa dei soccorsi
  • Si tratta di una narrazione infondata, che può essere addirittura pericolosa
  • Sebbene la tosse possa in alcuni casi regolarizzare il ritmo del cuore, non è considerata dai medici utile per far fronte a un infarto

Analisi

Ecco il testo integrale che sta circolando con tanta fortuna online:

Fermati per 2 minuti e leggi: 1. Supponiamo che siano le 19:45 e torni a casa dopo una giornata insolitamente difficile al lavoro (ovviamente da solo). 2. Sei davvero stanco, arrabbiato e frustrato. Improvvisamente, inizia a sentire grandi dolori al petto con un’espansione al braccio e alla mascella. Sei a circa cinque chilometri dall’ospedale più vicino a casa tua 4. Purtroppo non sai se puoi arrivare a tanto. 5. Sei stato addestrato a dare il primo soccorso, ma il ragazzo che ha insegnato il corso non ti ha detto come farlo su te stesso. 6. Come puoi sopravvivere da solo ad un infarto? Poiché molte persone sono sole quando hanno un attacco di cuore, la persona il cui cuore batte inadeguato e che si sente privo di sensi ha solo 10 secondi prima di perdere coscienza. 7. Tuttavia, queste vittime possono aiutarsi tossandosi. Prima di ogni tosse, devi prendere un’ispirazione profonda e la tosse deve essere profonda e prolungata, come nel produrre la sputa dal profondo del petto. Un respiro e una tosse devono essere ripetuti ogni due secondi senza interruzione, finché non riceviamo aiuto o finché il cuore batte normalmente. 8. I respiri profondi portano ossigeno nei polmoni e i movimenti della tosse comprime il cuore e mantiene la circolazione sanguigna. La pressione sul cuore aiuta anche a ripristinare il ritmo normale. In questo modo le vittime di infarto possono andare in ospedale. 9. Dillo a più persone possibili. Potrebbe salvargli la vita! 10. Un cardiologo dice: Se qualcuno che riceve questo messaggio invia a 10 persone, scommetti che salveremo almeno una vita.

La paura di sprecare l’occasione per diffondere preziosi consigli salva-vita giustifica le moltissime condivisioni. Addirittura il post circola dal dicembre 2022, quando ottenne quasi 90mila condivisioni. Ma ci sono tracce di questa teoria da molti più anni (come indicato dai colleghi di Snopes, il testo in lingua inglese circola almeno dal 1999). Eppure quanto scritto non è vero, e anzi il mondo medico ha espresso più volte preoccupazione in merito al fatto che il suggerimento, prima o poi, possa essere preso seriamente da qualcuno. La bufala della tosse vigorosa come strategia di sopravvivenza era stata smentita anche da Open nell’agosto del 2022. In quell’occasione avevamo citato la American Heart Association e la  British Heart Foundation. Quest’ultima, in particolare, aveva lanciato un appello, rivolgendosi agli utenti: «Vi preghiamo di non diffondere ulteriormente questo mito».

La terminologia

Vediamo perché. Prima di tutto vale la pena specificare una cosa: «infarto» e «arresto cardiaco» non sono sinonimi. Come specificato nel 2022:

Si parla di infarto di un tessuto quando questo non riceve sufficiente ossigeno attraverso il sangue, e va quindi in necrosi. Quello che generalmente viene definito «infarto» è più correttamente indicato come infarto «miocardico», poiché la necrosi colpisce i tessuti del cuore. A causarlo è solitamente un’occlusione delle arterie coronarie che irrorano di sangue il cuore. In caso di infarto miocardico si può verificare un arresto cardiaco, ovvero l’impossibilità del cuore di pompare sangue. Uno dei modi in cui il cuore può smettere di pompare è la fibrillazione ventricolare, in cui la parte inferiore de cuore – il ventricolo – ha degli spasmi che non le permettono di funzionare correttamente.

Il parere dell’esperto

«Il messaggio [sui social] fa riferimento all’efficacia di forti e prolungati colpi di tosse quale mezzo di rianimazione cardiopolmonare», ha spiegato in un’intervista del 2020 pubblicata sul sito dell’Azienda Usl Toscana centro il dottor Marco Comeglio, direttore della struttura complessa cardiologia dell’area pistoiese. «Un attacco cardiaco – come viene definito nel messaggio, con riferimento all’infarto miocardico – può in alcuni casi determinare delle gravi aritmie che portano molto rapidamente alla perdita di coscienza, purtroppo tossire non serve ad evitare questa complicanza».

Tantomeno la tosse potrebbe funzionare come intervento rianimatorio: «Questo oltre che falso è pericoloso – ha spiegato Comeglio -. Quando un paziente avverte un dolore toracico sospetto per infarto miocardico, deve immediatamente chiamare il 118 e seguire le indicazioni del personale della centrale operativa. Una buona regola è assumere una posizione supina o semi-seduta, cercando di respirare regolarmente. Solamente nel caso dovesse avvertire un senso di svenimento, dei vigorosi colpi di tosse potrebbero aiutare a mantenere per un breve periodo lo stato di coscienza».

Cosa fare davvero

In generale, ha lanciato un monito: «Ormai le notizie che girano in rete e sui social sono di tutti i tipi e non essendo in possesso degli strumenti per poter distinguere ciò che giusto da ciò che è sbagliato, per sapere come comportarsi correttamente è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico». Anche l’Iss, in caso di attacco cardiaco, non indirizza verso cure fai-da-te senza fondamenti scientifici, ma consiglia di chiamare i soccorsi e chiedere l’intervento di un’ambulanza. Il Cicap aggiunge:

La cosa migliore da fare, se avvertite i sintomi di un infarto, è stare fermi e calmi, chiamare o far chiamare i soccorsi al telefono e, se non siete intolleranti all’acido acetilsalicilico, masticare una o più aspirine o altro prodotto simile contenente quest’acido (secondo il dosaggio), per evitare che si formi un trombo (coagulo di sangue) che sarebbe probabilmente fatale. 

Conclusioni

Sta tornando a circolare su Facebook una bufala di vecchia data, secondo cui tossire vigorosamente possa salvare la vita a chi sta avendo un infarto e si trova da solo in attesa dei soccorsi. Si tratta di una narrazione infondata, che può essere addirittura pericolosa: sebbene la tosse possa in alcuni casi regolarizzare il ritmo del cuore, non è considerata dai medici utile per far fronte a un infarto.

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