Migranti, il presidente tunisino Saied gela l’Ue: «Tenetevi pure i vostri fondi, non erano questi i patti»

Una nota della presidenza di Tunisi mina l’intesa raggiunta lo scorso luglio da Tunisi e Bruxelles su spinta del governo italiano

Sono passati poco più di due mesi da quando Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Mark Rutte sono volati in Tunisia per firmare il memorandum d’intesa con il presidente Kais Saied. Doveva essere l’inizio di una cooperazione su più fronti – in primis, l’immigrazione – ma da allora i rapporti tra Bruxelles e Tunisi si sono progressivamente raffreddati. Fino all’ultimo criptico annuncio dato da Saied nella serata di lunedì 2 ottobre: il Paese nordafricano avrebbe deciso di rifiutare i fondi europei. «La Tunisia, che accetta la cooperazione, non accetta la carità né l’elemosina. Il nostro Paese e la nostra gente non vogliono pietà, ma esigono rispetto», ha tuonato Saied in un comunicato. La Tunisia, ha aggiunto, «respinge quanto annunciato nei giorni scorsi dall’Ue, non per l’importo in questione, perché tutta la ricchezza del mondo non vale un grammo della nostra sovranità, ma perché la proposta contraddice il memorandum d’intesa firmato a Tunisi nello spirito che ha prevalso alla conferenza di Roma del luglio 2022».


C’eravamo tanti amati

L’intesa raggiunta nei mesi scorsi prevedeva che Bruxelles versasse al Paese nordafricano centinaia di milioni di euro per stabilizzare le finanze e far fronte alle spese legate alla gestione dei migranti. In cambio, la Ue ha chiesto una mano alla Tunisia per non far salpare i barchini e contribuire a ridurre le partenze. A metà settembre, sorgono i primi problemi. Dopo la firma del memorandum d’intesa, una delegazione di europarlamentari si reca a Tunisi per una visita di due giorni organizzata, ma Saied gli nega l’ingresso nel Paese, mandando su tutte le furie gli eurodeputati. Nei giorni immediatamente successivi, i Socialisti chiedono alla Commissione di sospendere il memorandum, mentre la premier Meloni chiede a von der Leyen di sbloccare al più presto i soldi da versare alla Tunisia. Da allora, la situazione è in stallo. O almeno lo era, fino ad oggi. Quando Saied ha annunciato, a quanto sembra, il rifiuto degli aiuti promessi da Bruxelles. «La Tunisia, come molti altri paesi, ha sofferto a causa dell’attuale sistema globale e non vuole esserne nuovamente vittima, così come non lo vogliono i paesi da cui provengono queste ondate migratorie – aggiunge Saied nella nota della presidenza tunisina -. Sono vittime di un sistema globale in cui mancano giustizia e rispetto per la dignità umana».


Credits foto: EPA | Mark Rutte, Ursula Von der Leyenm Kais Saied e Giorgia Meloni in un incontro a Tunisi per siglare il memorandum d’intesa (luglio 2023)

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