Raid sull’ospedale, Hamas accusa Israele: «Centinaia di morti». Netanyahu nega: «Attacco brutale dei terroristi di Gaza» – I video

Un altro raid dell’esercito israeliano ha provocato la morte di almeno sei persone che si erano rifugiate in una scuola di Gaza

Mentre Israele fa sapere che sta valutando opzioni alternative all’invasione via terra della striscia di Gaza, il ministero della Sanità Hamas ha annunciato che le forze di Tel Aviv hanno colpito l’ospedale anglicano Al-Ahli Arabi Baptist Hospital di Gaza City, provocando la morte di circa 500 persone. Secondo Al Jazeera l’ospedale è stato bombardato senza preavviso: al suo interno avevano trovato rifugio diverse famiglie e tra le vittime ci sarebbero molte donne e bambini. Il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, ha detto di «non avere ancora i dettagli» di quanto accaduto: «Sembra difficile credere che ci sia un numero così alto di vittime», ha dichiarato, invitando alla cautela e accusando Hamas di condividere «false informazioni» sui bombardamenti. Secondo le forze armate israeliane l’esplosione sarebbe stata causata da un fallito lancio di un razzo da parte di Hamas. Una versione rilanciata anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che su X scrive: «Il mondo intero dovrebbe saperlo: sono stati i barbari terroristi di Gaza ad attaccare l’ospedale di Gaza, e non l’Idf. Coloro che hanno brutalmente ucciso i nostri figli uccidono anche i propri figli». Il leader palestinese Abu Mazen ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e cancellato la sua presenza all’incontro a quattro con Biden, al-Sisi e il re Abudllah II di Giordania, che subito dopo si è ritirato dal vertice. Nelle stesse ore, a Tel Aviv e in altre regioni di Israele si è attivato l’Iron Dome per intercettare i missili dalla Striscia. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita a Tel Aviv, è stato costretto a riparare in un rifugio antiaereo mentre nella città risuonavano le sirene per l’attacco in corso.


In giornata Hamas aveva annunciato anche l’uccisione di Ayman Nofal, capo dell’ala militare conosciuta come «Abu Ahmad» e figura del partito-milizia di alto rango. Israele lo aveva già preso di mira durante diverse operazioni nella Striscia di Gaza, inclusa l’operazione «Protective Edge» del 2014. Dopo l’annuncio di Hamas, l’esercito israeliano ha diffuso il filmato dell’attacco. Le forze israeliane hanno inoltre fatto sapere che, sotto la guida dell’intelligence dello Shin Bet, gli aerei da combattimento hanno eliminato il leader responsabile della direzione degli attacchi missilistici. A 58 anni, Nofal aveva stretti legami con Mohammad Deif, l’oscuro leader dell’ala militare dell’organizzazione. Nel corso degli anni, Nofal ha lavorato per rafforzare i legami tra Hamas, Jihad islamica e altri gruppi terroristici nella Striscia di Gaza. Un raid dell’esercito israeliano ha provocato la morte di almeno sei persone che si erano rifugiate in una scuola a Gaza: lo ha reso noto l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. «Almeno 6 persone sono state uccise questo pomeriggio quando una scuola dell’Unrwa è stata colpita nel campo profughi di al-Maghazi. Ciò è scandaloso e dimostra ancora una volta un flagrante disprezzo per la vita dei civili. Nessun posto è più sicuro a Gaza, nemmeno le strutture delle Nazioni Unite», si legge sul profilo X dell’agenzia. Mentre dalla Striscia, una salva di razzi è stata lanciata nel centro di Israele, compresa l’area grande di Tel Aviv, dove si sono sentite forti esplosioni in aria per l’intercettazione da parte dell’Iron Dome. Ma anche al sud, dove è stata presa di mira di nuovo Ashkelon. Secondo i media locali ci sono due feriti a Sderot.


Il valico di Rafah

Un attacco areo ha inoltre colpito l’area del valico di Rafah, unica via di fuga dei gazesi verso l’Egitto. A riferirlo è la Cnn, precisando che l’area di impatto è a circo un chilometro dal valico. «I membri di Hamas hanno due opzioni: arrendersi o morire», ha dichiarato oggi il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, in visita a piloti e tecnici della flotta di F-35 nella base di Nevatim. «I nostri aerei raggiungeranno ogni posto…ogni missile ha un indirizzo – ha detto Gallant citato dal Times of Israel -. Raggiungeremo tutti i membri di Hamas. Elimineremo Hamas e smantelleremo tutte le sue capacità». Martedì ci sono stati diversi attacchi aerei a circa un chilometro dal valico di Rafah, secondo un’inviata della CNN proprio al valico di frontiera tra Egitto e Gaza. Decine di camion sarebbero sul lato egiziano del valico in attesa di entrare a Gaza. Il valico è l’unico sbocco rimasto per i rifornimenti, ma è stato chiuso per gran parte della scorsa settimana. I rifornimenti umanitari si sono così accumulati sul fronte egiziano. Nei video girati dall’inviato della CNN sul lato egiziano, si vedono pennacchi di fumo alzarsi oltre il cancello principale del valico.

Israele prende tempo. L’invasione di Gaza via terra potrebbe lasciar campo a un’altra soluzione contro Hamas

In attesa di ricevere domani a Tel Aviv la visita del presidente americano Joe Biden, il governo israeliano continua a colpire dal cielo obiettivi all’interno della Striscia di Gaza. Un bombardamento nella notte sulla parte sud della Striscia avrebbe colpito in particolare una zona abitata, causando la morte di almeno 54 persone, secondo fonti palestinesi citate da Al Jazeera. Almeno 28 delle persone uccise provenivano dal campo di Al Shawt a Rafah, e tra le vittime ci sarebbero molte donne e bambini. Bombardamenti sono stati segnalati anche nelle scorse ore anche nelle zone di Khan Younis e Rafah. Nelle prime ore del mattino sono ripresi d’altra parte anche i lanci di razzi da Gaza verso le comunità nel sud di Israele, dove sono risuonate le sirene d’allarme, secondo quanto riferito dall’esercito israeliano. Secondo i calcoli dell’Idf, più di 600 mila persone hanno evacuato l’area di Gaza in seguito agli avvertimenti lanciati venerdì 13 ottobre dall’esercito israeliano, mentre 100 mila persone sono ancora dentro. Israele continua a chiedere alla popolazione di lasciare l’area di Gaza City prima di quelle che sono state annunciate come «operazioni militari rafforzate» nei prossimi giorni, che inizieranno «quando i tempi saranno consoni all’obiettivo». Ma il piano, mentre la crisi degli ostaggi prende una nuova piega dopo il rilascio del primo video di una ragazza rapita da parte di Hamas, potrebbe non essere quello di cui si parla da giorni. «Ci stiamo preparando, ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell’offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso», ha detto in un briefing con i giornalisti il portavoce dell’esercito Daniel Hecht.

Alta tensione al confine con il Libano: 4 civili morti

Quattro persone sono state uccise nel sud del Libano, lungo la Linea Blu, al confine con Israele. Lo riferisce la Croce Rossa libanese che ha inviato sul posto squadre mediche per il recupero dei corpi che si troverebbero ad Alma Shaab, nel settore occidentale. Si tratta di un’area presa di mira stamani da bombardamenti di artiglieria israeliani. Resta quanto mai caldo intanto anche il fronte nord con Hezbollah. Il villaggio israeliano di Metulla, nell’Alta Galilea, è stato colpito questa mattina da quello che si ritiene fosse un razzo anticarro sparato dal Sud del Libano. Due persone sono rimaste ferite, secondo i media israeliani. Già ieri gran parte degli abitanti erano sfollati. Ora il sindaco di Metulla ha fatto appello a quanti sono rimasti di evacuare immediatamente. L’attacco è stato rivendicato da Hezbollah. Immediata la reazione di Israele, che ha risposto colpendo le colline del Sud del Libano nei pressi di Kfar Kila, di fronte a Metulla. «Al nostro confine nord siamo in massima allerta. Nella misura in cui gli Hezbollah compiranno un grave errore reagiremo con una potenza molto elevata», ha avvertito il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari. L’allerta massima menzionata fa seguito anche a un altro grave episodio avvenuto nella notte, quando sarebbe stato sventato un nuovo tentativo di infiltrazione armata da oltre confine. I quattro terroristi sarebbero stati uccisi dalle forze israeliane, che hanno poi risposto anche con un attacco aereo nella zona. «Lo Stato del Libano deve chiedersi se è disposto a mettere in pericolo il Paese per i terroristi dell’Isis a Gaza», ha tuonato Hagari.

La visita di Biden e quella del generale Usa

La stessa visita di Joe Biden in programma per domani, mercoledì 18 ottobre, ritarderà l’operazione di terra dell’esercito, scrive il New York Times. Mentre il generale Michael Kurilla, capo del comando centrale americano, è già arrivato a sorpresa in Israele, per «avere una comprensione chiara di quello che serve alla difesa israeliana, per sottolineare gli sforzi americani a sostegno di un’espansione del conflitto e per ribadire il ferreo supporto del dipartimento della Difesa americano a Israele».

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