È morto uno dei tre italo-israeliani dispersi: «Conferma dal dna, ucciso nel kibbutz di Be’eri»

L’uomo era scomparso dall’assalto di Hamas di sabato 7 ottobre insieme alla moglie, non ancora rintracciata

È di Evitar Moshe Kipnis uno dei 108 corpi ritrovati nel kibbutz di Be’eri, a pochi chilometri dal confine con la Striscia di Gaza, dove i miliziani di Hamas hanno colpito più duramente durante gli attacchi del 7 ottobre. Evitar Moshe, 65 anni, era uno dei tre italo-israeliani che risultano dispersi da allora, e la sua identificazione – riferisce Ansa – è stata possibile con l’esame del dna, come confermato anche dalla Farnesina. Con lui era scomparsa anche la moglie Liliach Le Havron di cui però ancora non si sa nulla. «L’ambasciata d’Italia a Tel Aviv è in contatto con la famiglia per assicurare loro ogni possibile assistenza in questo difficile momento», scrive in una nota la Farnesina confermando la morte dell’uomo, «nell’esprimere le condoglianze ai familiari del signor Kipnis, il vicepremier Antonio Tajani ribadisce il massimo impegno del Governo per rintracciare gli altri due cittadini italo-israeliani tutt’ora irreperibili». Entrambi hanno il doppio passaporto italo-israeliano. Era stato il ministro degli Esteri Tajani, parlando con il Tg1, a fare i loro nomi: «Erano nel kibbutz di Be’eri, non sono rintracciabili e non rispondono all’appello. Ci auguriamo che non siano prigionieri nella Striscia di Gaza». In un primo mento si era ipotizzato che i due fossero stati rapiti, ora bisogna capire che fine abbia fatto la moglie. «Sono vicino alla famiglia, in particolare ai suoi due figli che ho conosciuto durante la mia missione a Tel Aviv», ha scritto sui social Tajani dopo la conferma della morte di Evitar Moshe.


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