Milano, due arresti per terrorismo: «Facevano proselitismo per l’Isis». Nelle chat anche minacce a Meloni

L’operazione è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo

La Procura di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo – sta coordinando un’operazione antiterrorismo: sono già stati arrestati due uomini, un egiziano di 49 anni e un naturalizzato italiano di 44 anni di origine egiziana, con l’accusa di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. Nelle chat, con circa 200 partecipanti, sarebbero state rintracciate anche minacce contro la premier Giorgia Meloni. I due sarebbero stati «estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’ organizzazione terroristica e finanziando ‘cause di sostegno’ della stessa, alla quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà»: lo comunica in una nota il procuratore capo di Milano Marcello Viola, citato da AGI. A quanto è stato fatto sapere, dall’inchiesta non sono emersi progetti di attentati.


L’operazione della Digos

I due arrestati si conoscevano. Sono residenti in due città dell’hinterland milanese e lavoravano nel settore delle pulizie: uno come dipendente di un’impresa, l’altro era titolare di una società ora chiusa. Secondo le indagini degli inquirenti il più anziano avrebbe indottrinato il più giovane tant’è che di quest’ultimo è stato trovato su un profilo Facebook il suo giuramento scritto e rinnovato di fedeltà e sottomissione all’Isis. Inoltre, il 44enne avrebbe iniziato ad avvicinare ai messaggi dello Stato Islamico anche i figli, soprattutto il più piccolo ancora adolescente. Ai due sono anche stati sequestrati i telefoni e altri dispositivi informatici per essere analizzati dagli investigatori, soprattutto per capire se le loro attività di proselitismo siano aumentate negli ultimi giorni dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas. «È una mera coincidenza», ha chiarito in conferenza stampa il procuratore di Milano Marcello Viola, riferendosi alla vicinanza temporale degli arresti con i fatti accaduti. Anche perché nelle chat le minacce contro gli ebrei erano generiche, con un incoraggiamento alla jihad ma senza descrivere obiettivi specifici.


Le indagini sono partite nell’agosto 2021 in seguito ad alcune segnalazioni della Polizia postale di Perugia e dell’Osint (Open source intelligence). In particolare, gli arrestati mettevano i loro commenti di appoggio all’Isis e contro l’Occidente su gruppi Telegram, Facebook e WhatsApp, frequentati da estremisti. Nei messaggi che condividevano anche sotto a video di massacri e attentati dell’Isis, i due facevano propaganda e si dichiaravano “terroristi” dello Stato Islamico. In particolare, gli inquirenti hanno riscontrato la ricorrenza della presenza di contenuti con bambini: video raccappriccianti in cui minori a viso coperto sparavano con le loro pistole a dei prigionieri. Nelle chat i due affermavano di aver sparato, anche se nelle loro case non sono state trovate armi, e si rendevano disponibili a dare consigli incitando all’uso con frasi del tipo: «sparare ti fa diventare il cuore di ferro».

Inoltre avrebbero inviato soldi, in totale 4mila euro, come finanziamenti a donne in Palestina rimaste vedove di guerra, ad alcune persone nello Yemen e pure ad un uomo, secondo le indagini statunitensi, che farebbe parte dell’Isis in Siria. L’operazione, che aveva già previsto delle perquisizioni a dicembre 2022, è condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni. L’indagine è coordinata dal procuratore Marcello Viola e dal pm Alessandro Gobbis. L’ordinanza è stata firmata dal gip di Milano Adriano Filice.

Tajani: «Non ci sono minacce dirette verso l’Italia»

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito su X (prima Twitter) la linea del governo sul terrorismo: «Il Governo, anche con una forte azione di prevenzione, continuerà a lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini». Il vicepremier è anche intervenuto poco dopo su Radio Anch’io dove ha spiegato che le forze dell’ordine sono all’opera per prevenire qualsiasi azione contro il nostro Paese: «Il livello di guardia è già stato alzato da qualche giorno, stiamo tenendo tutto sotto controllo: i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di Finanza, la Polizia penitenziaria, i servizi di intelligence lavorano con attività di prevenzione». Il leader di Forza Italia inoltre ha specificato che «in questo momento non ci sono minacce dirette, che noi sappiamo, verso l’Italia, però può esserci sempre qualche fondamentalista esagitato che agisce da solo, qualche cane sciolto. La prevenzione è massima da parte italiana, ma non ci sono pericoli segnalati imminenti». Tajani ha concluso dicendo che ci saranno ulteriori controlli sul fronte migrazione: «Però si continua a vigilare, si fa di tutto perché gli italiani possano vivere in sicurezza, anche controlli sugli immigrati che arrivano perché non possono esserci infiltrati terroristi».

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