Calcio, Salvini insiste sulle dimissioni di Gravina da presidente della Figc. Il ministro Abodi frena, Casini «sorpreso» dall’ingerenza del vicepremier

Anche Biancofiore, capogruppo di Noi moderati al Senato, segue la linea del leghista: «Gravina dovrebbe avere un sussulto di dignità»

La Lega torna alla carica del presidente della Figc. Il contesto è quello dello scandalo scommesse che ha travolto il calcio italiano e, per il partito di Matteo Salvini, è necessario che Gabriele Gravina, al vertice della federazione, si assuma la responsabilità di quanto accaduto. Venerdì 13 ottobre, nella chat che lo staff del segretario del Carroccio usa per comunicare con i giornalisti, è stata diffusa una dichiarazione del deputato Rossano Sasso: «Ciò che sta emergendo è inaccettabile. Lo sport non può essere un ambiente dove la ludopatia è all’ordine del giorno, dove il doping e le inchieste penali la fanno da padrone. Non possiamo continuare ad assistere a questo scempio, per questo chiediamo le dimissioni del presidente della Figc e di chi con lui sta ai vertici». In difesa di Gravina è intervenuto direttamente il ministro dello Sport. Andrea Abodi, che siede al governo con Salvini, alla Stampa ha biasimato le arringhe leghiste: «In pieno stile italiano, ora si muove una caccia al colpevole ed è un tema che non mi appassiona. Faccio fatica a pensare che i comportamenti dei singoli calciatori e il tema della ludopatia possano essere responsabilità della Federazione».


E ancora: «Deve essere chiara la differenza tra gioco legale e illegale. Il gioco legale è trasparente, ha dei limiti alle somme che si possono spendere e i pagamenti sono tracciati. Il gioco illegale non ha nulla di tutto questo. Si deve contrastare la ludopatia, che è espressione di un disagio sociale, ma non si può rendere clandestino un settore economico che è regolato dallo Stato e dal quale lo Stato trae benefici». Le spiegazioni del ministro dello Sport non sono bastate a placare il vicepremier. Il quale oggi, 18 ottobre, reitera l’assalto di Gravina, attraverso una nota firmata dal suo partito: «Alla luce di quanto è accaduto e sta emergendo nel calcio italiano tra scommesse, doping, fallimenti sportivi, problemi infrastrutturali e televisivi, crisi economiche, cosa deve accadere ancora per rivoluzionare la guida del movimento? È sempre più necessario, per rispetto di milioni di appassionati e in particolare dei più giovani, un radicale cambiamento, a partire dalle dimissioni del presidente Gravina».


A seguire la linea del vicepremier c’è anche l’esponente di un altro partito di maggioranza. Micaela Biancofiore, che ricopre l’incarico di capogruppo al Senato per Civici d’Italia, Noi moderati, Coraggio Italia e Udc, afferma: «Per fermare la deriva sportiva e morale del mondo del calcio, che da troppo tempo ha messo radici, credo sia urgente un cambio ai vertici della Figc, come auspica Salvini insieme con tutto il mondo del calcio e della politica. Gravina dovrebbe avere un sussulto di dignità. Restare fermi, immobili di fronte agli accadimenti di questi ultimi giorni che profilano scandali ancora più ampi e disonorevoli per il calcio italiano sarebbe inaccettabile. Occorrono gesti forti di responsabilità, a cominciare dal vertice della federazione che ha bisogno di rigenerarsi con personalità autorevoli ed esemplari, capaci di invertire l’andazzo degli ultimi anni. Non si può pensare di restare fermi in attesa che la tempesta passi, c’è il rischio che arrivi l’uragano con effetti deleteri per la nostra società e per il ruolo stesso che il calcio esercita tra giovani e meno giovani».

Frasi molto dure, che si concludono con un’accusa esplicita alla Figc di «silenzio assordante» sugli scandali «che emergono incredibilmente solo a distanzia di anni». Per Biancofiore, «anche i fallimenti sportivi della Nazionale impongono un’inversione di rotta, una forte boccata di aria nuova per immaginare un cambiamento di gestione che punti sull’educazione, sulla moralità e sulla valorizzazione dei settori giovanili che vanno incentivati e che faccia stimare e contare l’Italia negli organismi europei e internazionali del calcio». Se qualche giorno fa era stato Abodi a sminare l’offensiva salviniana, oggi è Pier Ferdinando Casini a criticare le ingerenze del vicepremier. Il decano del Parlamento, supporter senza riserve del Bologna, scrive su Facebook: «Vedo che Salvini stamattina ha chiesto le dimissioni di Gravina dalla Federcalcio. Pur essendo un tifoso, non sono onestamente in grado di valutare se il presidente Gravina abbia lavorato bene o no, ma da quando in qua il governo interviene sulle federazioni sportive? Non esiste più il principio dell’autonomia dello sport? Il vicepresidente del Consiglio dei ministri ha parlato a nome del governo? È tutto un po’ sorprendente».

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